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Antrace, un bacillo nel mirino

12/10/2001

Cinque milioni di vaccini per il vaiolo pronti. Laboratori che ricostituiscono scorte di farmaci fino a un mese fa poco commercializzati. Campagne d’informazione tese a tranquillizzare e a non creare allarmismi. E’ quanto accade in questi giorni, anche nel nostro Paese, per far fronte ad un’emergenza che si spera di non dover mai affrontare. Scenari da film di fantascienza, che oggi vengono superati dalla realtà della cronaca. C’è un piano dettagliato contro possibili attacchi di bioterroristi approvato dalla commissione grandi rischi della Presidenza del Consiglio. Le prime parole rassicuranti sono del ministro della Salute, Girolamo Sirchia. “Restiamo tranquilli perché siamo ben preparati a qualsiasi evenienza. Il nostro servizio sanitario nazionale è attrezzato per far fronte alle emergenze di qualunque tipo”. E, a deporre per la bontà delle intenzioni ufficiali, ci sono le esperienze del recente passato, con l’emergenza “mucca pazza” affrontata e circoscritta in poco tempo. Oggi, invece, è stato predisposto un piano per affrontare i rischi che potrebbero derivare da attacchi di bioterrorismo.

Una task force di esperti: il ruolo della comunicazione
Sarà guidata da uno dei massimi esperti in malattie infettive, il prof. Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani. Da lunedì il Ministero della Salute ha attivato un numero verde al quale possono rivolgersi cittadini, medici, specialisti per ottenere informazioni e per essere indirizzati, caso per caso, alle strutture sanitarie di riferimento come l’Istituto Superiore di Sanità, l’Istituto Sanitario per la sicurezza sul lavoro (Ispesl) o ai reparti ospedalieri specializzati più vicini.
Il Ministero della Salute inoltre, per aggiornare gli operatori sanitari sui sintomi delle malattie, oggi meno sconosciute ma più pericolose, sta preparando schede informative destinate a tutti i medici di famiglia e ai farmacisti: verranno descritti i sintomi delle infezioni o contaminazioni più a rischio e le cure da adottare. Il bacillo dell’antrace, per esempio, si presenta con sintomatologia assai simile alla normale influenza, con febbre alta e spossatezza. Ma la parola d’ordine generale è “non creare inutili allarmismi”: per questo motivo il Ministero ci tiene ad una informazione corretta rivolta alla popolazione mediante campagne stampa sui giornali e sui media radiotelevisivi.

Due centri di riferimento a Roma e uno a Milano per fare i test rapidi
I campioni prelevati dai casi sospetti – se ci saranno – verranno velocemente inviati ai centri di riferimento nazionale: l’ospedale Sacco di Milano, l’Istituto Spallanzani di Roma, specializzati nella diagnosi e prevenzione delle malattie infettive e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), che è già pronto con tutti i suoi laboratori per analisi a tappeto di virologia, batteriologia, epidemiologia, immunologia, tossicologia, igiene ambientale.
A questi due centri potranno collegarsi i 140 reparti di malattie infettive sparsi in tutto il territorio nazionale, per un totale di 5000 posti letto.

Una rete per controllare eventuali attacchi chimici o epidemie sospette
In caso d’allarme (se ci sarà), sarà fondamentale la risposta rapida dei sistemi di controllo. Una rete di sistemi d’allarme dovrà identificare, nel più breve tempo possibile, ogni ipotetico attacco terroristico messo in atto con armi biologiche o chimiche. Tutto il personale sanitario dovrà essere protetto e salvaguardato dall’infezione (o contaminazione) in corso.
Altro punto fondamentale: dopo averla individuata e circoscritta, si dovrà isolare ed evacuare la zona colpita dagli agenti biochimici. Poi si procederà alla decontaminazione.

Tipologia di una contaminazione chimica
Si differenzia dall’attacco biologico perché colpisce un’area circoscritta, in tempi rapidissimi. Di solito i soggetti colpiti presentano sintomi molto simili (nausea, mal di testa, difficoltà respiratorie, convulsioni, irritazione agli occhi), provengono dalla stessa zona e cercano soccorso in un arco di tempo ristretto. Anche la morte di animali sul territorio e l’assenza di insetti sono indicatori di contaminazioni in atto. Diffidare perciò di goccioline, patine oleose, odori inspiegabili, di pacchi o spray sospetti, di nuvole basse o nebbia improvvisa, non giustificata dalle condizioni eteorologiche. Un agente tossico già usato in passato è il Sarin.

Contagio virale o batteriologico
In questo caso si nota una crescita anomala , in pochi giorni, di alcune malattie poco comuni (antrace, peste, vaiolo, botulino) nella popolazione sana. I sintomi possono manifestarsi comunque in un arco di tempo più lungo: i malati potrebbero rivolgersi anche a strutture sanitarie distanti tra loro. Perciò diventa fondamentale un monitoraggio continuo della situazione con scambio continuo di informazioni tra i diversi centri, per individuare la causa dell’infezione in atto. Aumenta anche il numero di soggetti che accusano sintomi respiratori, gastrointestinali e rialzo improvviso della temperatura; il decorso, purtroppo, è rapidamente letale. Pesci e animali si ammalano e muoiono. Diffidare dunque di pacchi o dispositivi sospetti. Agenti virali tossici, sotto stretta osservazione, sono i virus del vaiolo e l’Ebola. Potenziali “armi batteriche” invece sono l’antrace (responsabile della malattie del carbonchio) e il botulino.

ottobre 2001 – a cura di Umberto Gambino

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