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Le angiografie retiniche

22/03/2005

Non vengono eseguiti come indagine di routine nel corso delle normali visite oculistiche, ma sono solitamente prescritti quando si sospettano problemi alla retina e alla coroide. Sono la fluorangiografia retinica e l’angiografia con verde di indocianina, esami non invasivi e di semplice esecuzione, che consentono di indagare a fondo sulle malattie della retina. Ce ne parla il dott. Giorgio Gaspari, specialista di Oculistica.

Che cos’è la fluorangiografia
“La fluorangiografia – spiega il dott. Gaspari – è un esame che consente di effettuare uno studio dinamico della circolazione della retina e una valutazione di eventuali patologie. Si procede in primo luogo con una serie di fotografie della retina, con un filtro monocromatico verde, quindi rosso e infine un filtro blu. Grazie a essi viene effettuata una sorta di tomografia, ovvero un’analisi dei vari strati della retina. Sempre con l’utilizzo di una luce blu si procede, dopo l’iniezione di fluorescina per via endovenosa, alla misura dei tempi di circolazione del sangue arterioso e venoso dell’occhio e alla valutazione delle eventuali anomalie o malattie della retina, della coroide (lo strato vascolare più profondo che nutre la retina) e del nervo ottico. L’esame dura circa 5 minuti, non è doloroso e prevede la dilatazione della pupilla circa 20 minuti prima della sua effettuazione. Eventuali effetti collaterali sono collegati all’iniezione del colorante: nausea (un caso su 20) e, molto più raramente, fenomeni di tipo allergico. Proprio per l’eventuale comparsa di nausea si consiglia il digiuno. Dopo l’esame, è caratteristica la colorazione gialla della cute e delle urine; l’effetto dura due o tre ore ed è del tutto innocuo, sebbene piuttosto coreografico”.

Che cos’è l’angiografia con verde d’indocianina
“Nelle patologie degenerative e nelle malattie della coroide – prosegue il dott. Gaspari – è molto utile l’angiografia con verde d’indocianina. Attraverso sorgenti luminose a raggi infrarossi, filtri specifici e una telecamera, si può ulteriormente approfondire l’esame effettuato con la fluorangiografia e osservare le malattie che interessano lo strato profondo dell’occhio: la coroide. Si procede come nella fluorangiografia, ma con filtri differenti e un particolare colorante, che in questo caso è verde, non ha effetti collaterali ed essendo molto diluito non determina i curiosi effetti cromatici della fluorangiografia”.

I campi di applicazione
Questi esami vengono prescritti per indagare sulla maggior parte delle malattie della retina, sono quindi sempre consigliati dall’oculista qualora sospetti un problema a questa importantissima struttura dell’occhio. La fluorangiografia retinica viene utilizzata, ad esempio, in caso di trombosi venose, maculopatie retiniche (di tipo congenito o senile), tumori, nei. Si tratta di un esame molto importante anche per i pazienti diabetici, che hanno una tendenza a sottovalutare la propria malattia. Dalla fluorangiografia si riesce ad avere un indizio della situazione circolatoria in senso lato: infatti l’occhio consente di esaminare il microcircolo senza effettuare altre angiografie invasive.
L’angiografia con verde d’indocianina è un eventuale ulteriore approfondimento in caso di maculopatie e forme neoplastiche.

Recenti sviluppi e applicazioni future
“La fluorangiografia risale ormai agli anni ’60, l’angiografia con verde agli anni ’80. Con il tempo, seguendo l’evoluzione della fotografia digitale, si è passati a immagini computerizzate, che presentano il vantaggio di poter avere la stampa e il referto immediati.
In Humanitas, da giugno, utilizziamo uno strumento ad altissima risoluzione, che dispone di una telecamera da 11 megapixel che permette di avere immagini di alta qualità e di assoluta precisione. Permette dunque di mettere in risalto lesioni della retina di piccolissime dimensioni, che possono essere diagnosticate in fase precoce.
Quest’anno, grazie alla collaborazione tra i diabetologi e gli oculisti di Humanitas, verrà inoltre attivato un servizio di sreening della retinopatia diabetica. Con una speciale fundus-camera si potrà fotografare il fondo dell’occhio dei pazienti senza la necessità di dilatare le pupille. Controllando un gran numero di pazienti diabetici in virtù della semplicità dell’esame, verranno identificati precocemente quelli più a rischio di gravi retinopatie”.

A cura di Elena Villa

Nell’immagine: occlusione della vena centrale della retina. Sono visibili la dilatazione e la tortuosità delle vene della retina, il loro ritardo di riempimento (mancata colorazione bianca con la fluorescina) in rapporto alle arterie, le numerose piccole emorragie distribuite in tutto il territorio esplorabile, la sfumatura del nervo ottico ed infine la sfuocatura dei dettagli, a causa della diffusione infiammatoria del colorante.

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