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Grappolini: con Round Mesh, via pancia e mal di schiena

28/10/2004

Una metodica estremamente innovativa, a metà fra chirurgia plastico-ricostruttiva, chirurgia dell’addome e ortopedia. E’ la cosiddetta Round Mesh, una tecnica elaborata e realizzata dal dottor Simone Grappolini, responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Plastica di Humanitas, in collaborazione con il prof. Beniamino Palmieri dell’Università di Modena.

Dottor Grappolini, da quanto tempo utilizzate questa tecnica?

“In Humanitas ormai da 3 anni. La Round Mesh affronta un problema particolarmente sentito da molti pazienti, di sesso sia femminile sia maschile, che chiedono di essere sottoposti ad un intervento chirurgico per correggere rilassamento e cedimenti della parete addominale dovuti e gravidanze, obesità marcate e forti dimagrimenti. Si tratta di una tecnica molto valida, perché risolve contemporaneamente la problematica estetica del paziente e quella della riabilitazione funzionale della schiena”.

Una pancia troppo pronunciata può essere causa del mal di schiena?

“Recenti ricerche hanno posto l’accento sul fatto che la colonna vertebrale è fortemente coadiuvata nelle sue funzioni dall’integrità e dalla perfetta funzione dei muscoli della parete addominale. Questi muscoli hanno lo scopo di contenere gli organi interni, come stomaco e intestino, nella loro cavità naturale, ma anche di sorreggere lo sforzo fisico e la prolungata postura eretta. Seri problemi addominali, ad esempio di sventramento dovuto all’obesità, comportano infatti anche modifiche nella postura: per bilanciare il peso dell’addome, il baricentro viene spostato all’indietro. Il paziente assume così una posizione sbagliata, che a lungo andare causa mal di schiena, perché la colonna lavora malamente”.

Quali sono i vantaggi della Round Mesh?

“Eseguendo un’addominoplastica, ossia un intervento chirurgico-estetico di asportazione regolata di pelle, grasso e derma migliora l’aspetto estetico della parete addominale, ma la postura non cambia perché ormai la colonna vertebrale ha modificato la propria forma. Non solo. La maggior parte delle tecniche tradizionali di addominoplastica prevede la sutura dei muscoli sulla linea mediana, realizzando una plicatura di riduzione: questo metodo si è rivelato però incompleto, in quanto non permette di ripristinare l’integrità della parete addominale, pertanto la muscolatura cede ancora e l’addome tende a proiettarsi di nuovo in avanti. Con conseguente instabilità della colonna vertebrale e talvolta difficoltà a svolgere esercizi fisici”.

La Round Mesh risolve invece tutti questi problemi?

“Sì, perché dà un formidabile aiuto nel ricompattare la struttura muscolare, lombare e vertebrale. Non complica la procedura tradizionale di addominoplastica, né rende più complessa l’operazione: prevede l’utilizzo di una sorta di panciera interna, che viene fatta girare dietro il tronco del paziente rendendo solido l’ancoraggio dei muscoli ventrali con quelli dorsali e lombari.
Dal punto di vista estetico si ottiene così una soddisfacente correzione del profilo anatomico del ventre, non più proiettato in avanti ma ben sorretto. E dal punto di vista posturale l’efficacia della Round Mesh è stata dimostrata da studi recentemente pubblicati su riviste internazionali”.

Infine una domanda anche al professor Palmieri. Perché è efficace la Round Mesh? Ed è indicata per tutti?

“La Round Mesh si può effettuare su pazienti selezionati: è lo specialista che ne deve stabilire l’idoneità. Questa tecnica si ispira alla funzione di certe cinture contenitive che specialmente i sollevatori di pesi indossano sotto sforzo per stabilizzare la colonna vertebrale durante flessioni e sollevamenti. La rete di polipropilene usata in questo tipo di intervento è debolmente elastica e leggerissima per poter ripristinare l’equilibrio funzionale dei vari compartimenti muscolari in una sinergia che migliora col tempo e con l’esercizio fisico. Questo intervento non si limita soltanto a correggere eventuali inestetismi, ma interviene anche direttamente sulle cause che provocano disturbi al paziente. Inoltre, pone le premesse perché, dopo l’intervento, l’esercizio fisico continui a migliorare e mantenga i buoni risultati anche estetici dell’intervento”.

Di Monica Florianello

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