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La salute dei bergamaschi? Tutta in un libro

16/07/2002

L’“Atlante dei Ricoveri in provincia di Bergamo”, presentato durante l’annuale Convention del maggio scorso, completa un ciclo di intenso lavoro dell’ASL di Bergamo avviato nel 1999. “Ci si rese conto – spiega Silvio Rocchi, direttore sanitario dell’ASL – che non si poteva indirizzare un sistema così complesso come quello sanitario senza conoscere i bisogni reali della popolazione e la loro traduzione in domanda appropriata. Iniziò quindi un lavoro di ricognizione dei bisogni e della domanda di salute dei cittadini bergamaschi che è stato concretizzato nella realizzazione di due Atlanti: “La mortalità oncologica in provincia di Bergamo”, pubblicato nel 2000; l’“Atlante delle morti evitabili in provincia di Bergamo tra il 19881 e il 1999”, pubblicato nel 2001. Il nuovo Atlante, redatto dall’Ufficio Epidemiologia e Analisi della domanda e dall’Ufficio Programmazione e Sviluppo dei Sistemi Informativi, comprende la fascia temporale dal 1997 al primo semestre 2001. Sono inclusi i dati sui ricoveri valutati in base alle principali cause di patologia e alla provenienza, un CD sullo stato di salute dei bergamaschi e un’appendice sulla distribuzione territoriale dei principali DRG. È uno strumento di analisi che si pone a metà strada tra la domanda e l’offerta e che può essere molto utile soprattutto alle strutture accreditate per un riorientamento delle nicchie di produzione in rapporto all’epidemiologia del momento.

La situazione a Bergamo
“I dati che ne emergono – continua Rocchi – offrono il quadro della situazione bergamasca degli ultimi tre anni rispetto a due ambiti: quello oncologico e quello cardiovascolare. Sono dati poco confortanti, emerge infatti che Bergamo si caratterizza per un buon sistema sanitario, ma per uno scadente stato di salute complessivo. Soprattutto nelle patologie oncologiche mortalità e morbilità si collocano nettamente al di sopra della media nazionale e regionale; stanno infatti diminuendo i tumori dell’ovaio, del cavo orale, i linfomi e le leucemie, ma sono ancora molto elevati i dati sui tumori del seno, del colon-retto e dello stomaco. Il tumore al polmone è in aumento nelle donne, che hanno cominciato a fumare più degli uomini, tra cui si registra invece un leggero calo. Nelle patologie cardiovascolari ci si trova al di sotto come mortalità (ictus e infarto) e appena al di sopra come morbilità. Questo dimostra l’impatto positivo della rete ospedaliera e soprattutto delle Unità Coronariche e dei centri altamente qualificati presenti sul territorio.

La soluzione rimane la prevenzione
“È necessario da parte delle strutture accreditate – sottolinea Rocchi – un rafforzamento nell’area oncologica, soprattutto sul versante chirurgico, ma anche su quello radioterapico. Infatti i dati dei ricoveri fuori provincia per patologie oncologiche (il 13% della popolazione bergamasca) sono la conferma che molti cittadini decidono di uscire da Bergamo per farsi curare e scelgono come destinazione generalmente Milano, presso strutture specializzate.
Inoltre, soprattutto per i tumori più diffusi (seno, colon-retto e stomaco), bisogna riuscire ad arrivare alla diagnosi precoce. Ciò è possibile investendo su campagne di screening: è necessario cioè che le strutture risparmino, ottimizzando i ricoveri, per dare all’ASL una maggiore possibilità di spesa in ambito preventivo. La prevenzione secondaria, oltre che attraverso gli screening generali (come nel caso del tumore al seno) si può attuare attraverso gli screening mirati, cioè intervenendo sulle aree geografiche dove c’è maggiore incidenza (è il caso dell’Isola per il carcinoma mammario) e dei nuclei familiari ad altissimo rischio (dove si sono verificati già due casi) con esami specifici e test genetici”.

A cura di Francesca Di Fronzo

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