Vademecum per le immagini del maremoto

Le drammatiche immagini degli effetti catastrofici del maremoto dei giorni scorsi hanno toccato profondamente non solo gli adulti ma anche i bambini. La riproposizione sistematica delle immagini dei bambini morti tra le braccia dei genitori oppure feriti e spaventati offerta in questi giorni da TG e mezzi di comunicazione può turbare profondamente i piccoli spettatori italiani. I bambini sono incapaci di liberarsi dalle immagini proposte quasi ossessivamente in ogni ora della giornata, associate magari con quelle della guerra in Iraq o di altri eventi catastrofici.
Per questo gli operatori di Telefono Azzurro hanno redatto un vademecum di indicazioni e consigli dedicati a genitori ed insegnanti, per aiutarli ad affrontare insieme ai bambini il trauma delle immagini della catastrofe asiatica.

Telefono Azzurro ha maturato un’esperienza specifica nell’intervento in caso di emergenza, con operatori formati per gestire situazioni di crisi che coinvolgano bambini e adolescenti e che sono già intervenuti in occasione dell’inondazione di Qundici e Sarno, in Campania, e del terremoto in Molise del 2002. A San Giuliano di Puglia e nei comuni limitrofi gli operatori di Telefono Azzurro erano accorsi per prestare aiuto e ascolto ai bambini e alle famiglie delle comunità colpite e hanno in seguito sviluppato un programma che si è rivelato efficace nel ridurre gli effetti post-traumatici nei bambini coinvolti dall’esperienza del terremoto e dal crollo della scuola.

COSA FARE: Un Vademecum per i genitori
Essenziale è il ruolo dei genitori per informare e preparare il bambino. Devono trovare il tempo e la tranquillità necessaria per ascoltare le domande dei figli, rispondere loro con sincerità, accettare e rispettare le loro emozioni.

Comportamenti generali:
– dedicare molta attenzione ai figli dopo l’evento traumatico;
– trovare il tempo di stare di più con loro, aiutandoli a capire cosa è successo, spiegando con parole semplici; rispondere alle domande, anche se ripetute e insistenti;
– aiutarli ad esprimere quello che pensano e sentono, rispettando i sentimenti e le idee che esprimono;
– controllare il loro stato fisico, per l’eventuale somatizzazione dello stress;
– proteggerli da ripetute esposizioni alle immagini traumatiche.

Per i piccoli fino a 6 anni:
– stare più vicini fisicamente; evitare lontananze non necessarie;
– accettare il periodo di maggiore attaccamento o di paura (del buio, ad esempio)
– aiutarli a dare un nome ai sentimenti;
– seguirli di più alla scuola materna o al nido, parlando con il personale insegnante.

Per i bambini delle elementari:
– aprire conversazioni su quello che hanno visto in tv, cercando di farli parlare, in modo da capire se hanno maturato convinzioni sbagliate, o se confondono fantasie e realtà;
– evitare separazioni inutili;
– fare con loro attività piacevoli e rilassanti, come leggere un libro, passeggiare, giocare, ascoltare musica.

Preadolescenti e adolescenti:
– parlare con loro, cercare di capire rispettare il loro punto di vista;
– incoraggiarli a rimandare, in questo momento particolare, eventuali scelte importanti;
– contenere in modo tempestivo comportamenti aggressivi e autodistruttivi. Se questi atteggiamenti persistono, rivolgersi ad un esperto.

A chi rivolgersi in caso di problemi:
– Servizi sociosanitari dell’ASL, Pediatria (Neuropsichiatria infantile, Servizio di Età evolutiva; Consultorio giovani; Consultorio familiare)
– Telefono Azzurro (19696 – linea gratuita per i bambini fino a 14 anni; 199.15.15.15 per gli adulti e adolescenti sopra i 14 anni).

A cura dell’Ufficio stampa Telefono Azzurro
Cristina Setti 348/7987844

Redazione Humanitas Salute: