Marta Romagna: sulle punte per i bimbi disabili

Un incontro fra due realtà unite dall’impegno e dalla costanza che portano a raggiungere i propri obiettivi: l’arte della danza e le disabilità neuromotorie infantili. Un invito rivolto a tutti ad andare oltre le apparenze. Una prima ballerina del Teatro Alla Scala di Milano, Marta Romagna, 32 anni, scende in campo a favore dei bambini affetti da paralisi cerebrale infantile al fianco di ARIEL, Centro per le Disabilità Neuromotorie Infantili. Insieme al suo compagno di vita e di lavoro, Alessandro Grillo, anche lui primo ballerino dello stesso teatro.

Marta, perché hai deciso di diventare testimonial di ARIEL?
“È stata una scelta sentita, un’occasione per riflettere e per aiutare concretamente. Mi è piaciuta molto l’idea di essere testimonial di una realtà come ARIEL, perché mi consente di avvicinarmi a una realtà difficile come quella della paralisi cerebrale infantile. Adoro i bambini e poterli aiutare mi rende felice. Per la mia professione potersi esprimere con il corpo è tutto, anche per questo mi sento particolarmente sensibile ai problemi di questi bimbi, che purtroppo non hanno la libertà di muoversi come vorrebbero”.

Quanto è importante la salute nella danza?
“È fondamentale. Arrivo da un infortunio, un colpo alla costola. Una cosa che può sembrare di poco conto, eppure per il mio lavoro ha comportato uno stop di 10 giorni. Per un ballerino è importantissimo essere sempre al top fisicamente, quindi curare al massimo la salute”.

La danza impone delle diete particolari?
“Personalmente mangio di tutto, e ci tengo a sottolinearlo. A tavola non mi nego nulla, ovviamente senza esagerare. Per questo devo ringraziare in parte la mia costituzione (assomiglio al nonno materno, alto e magro) che mi ha permesso di avvicinarmi a questa professione in cui il fisico è importantissimo. Ma devo ringraziare molto anche i miei genitori, che mi hanno aiutato ad avere un ottimo rapporto con il cibo. Mangio davvero di tutto, il segreto è proprio questo: variare, per assimilare tutto quello di cui il fisico ha bisogno (proteine, vitamine, carboidrati…). Altrimenti sarebbe impensabile riuscire a danzare tutto il giorno, per farlo ci vuole tantissima energia”.

Per mantenere al top la preparazione atletica che tipo di attività svolgi?
“Danza, danza, danza. Ballo tutto il giorno, dalle 10 alle 18 con una pausa di soli 30 minuti. E quando sono in vacanza adoro nuotare e andare in bicicletta”.

È stressante essere una ballerina di professione?
“Molto. È necessario un buon equilibrio psicologico per reggere le pressioni che abbiamo. E per essere all’altezza delle nostre stesse aspettative. Prima di uno spettacolo si prova e si riprova ma la paura è di non essere mai pronti per salire sul palcoscenico. Per questo è importante pensare sempre positivo, e poi i passi vengono da sé! L’atteggiamento mentale aiuta molto: per questo sarò sempre grata alla mia prima insegnante, Eliane Arditi, dell’Accademia di Danza del Teatro Alla Scala e alla mia ex Direttrice Annamaria Prina che assieme hanno sempre creduto in me. Non dimentichiamo infatti che ci si avvicina alla danza da piccoli – io avevo 10 anni quando sono entrata in Accademia – e per un bambino non è sempre facile sopportare una scuola così severa”.

Danzare con il proprio compagno di vita semplifica il lavoro o lo complica?
“Un po’ tutte e due. Da una parte lavorare con chi ami è bello e stimolate. Avere gli stessi interessi aiuta molto a capirsi e il feeling particolare che c’è tra noi si riflette anche nella danza quando balliamo insieme. Nelle prove però è dura, perché si pretende sempre il massimo, soprattutto dalla persona con cui si ha la massima confidenza!”.

Che cosa c’è nel suo futuro professionale?
“Ora sto preparando il Lago dei Cigni, che sarà in scena alla Scala dal 15 al 21 dicembre, insieme ad Alessandro. Poi a febbraio e marzo sarò Giulietta, ancora una volta prima alla Scala, poi in tournee negli USA”.

Per informazioni: www.martaromagna.com.

Di Monica Florianello

Marta Romagna e Alessandro Grillo sono i testimonial d’eccezione della raccolta fondi “Un amaryllis per ARIEL”, realizzata in collaborazione con La Rinascente di Piazza Duomo a Milano, il 24-25 novembre e 1-2 dicembre 2007. I proventi dell’iniziativa benefica sono destinati al finanziamento delle attività di sostegno dei bambini affetti da paralisi cerebrale infantile e delle loro famiglie.

Redazione Humanitas Salute: