Vercellio: la chirurgia per le malformazioni vascolari

Da marzo di quest’anno il prof. Gianni Vercellio, chirurgo vascolare che da oltre vent’anni si dedica allo studio e al trattamento delle malattie vascolari congenite, collabora con l’Unità Operativa di Chirurgia Plastica II di Humanitas.
Ma da dove nasce la sua passione per la medicina? Che cosa l’ha portato a scegliere di dedicarsi alle patologie vascolari? E perché ha fondato un’associazione a sostegno dei bambini affetti da queste malformazioni congenite? Ripercorriamo insieme a lui le principali tappe del suo percorso professionale.
“Le anomalie vascolari congenite (malformazioni ed angiomi) – spiega – si presentano, fin da piccoli, in forme cliniche diversissime e in qualunque parte del corpo. Sono patologie, nella loro ‘biodiversità’ alle quali difficilmente si riescono ad applicare rigidi protocolli terapeutici, perciò ogni caso richiede creatività e una strategia terapeutica veramente su misura”.

Di che cosa si occupa presso l’Istituto Clinico Humanitas?
“Coordino un servizio dedicato alle malformazioni vascolari degli adulti nell’ambito dell’Unità Operativa di Chirurgia Plastica II, diretta dal prof. Marco Klinger. Ben conoscevo l’alto interesse per queste patologie della Scuola dell’amico prof. Donati, di cui Marco Klinger è stato allievo.
Le malformazioni vascolari richiedono una condivisione di competenze che so essere molto ben rappresentate in Humanitas. Competenze che di volta in volta possono essere chiamate a concorrere al buon esito di un intervento: oltre che alla chirurgia plastica, penso alla radiologia interventistica, alla chirurgia della mano, alla chirurgia vascolare, all’ortopedia, alla dermatologia.
Questa mia nuova attività, rivolta esclusivamente agli adulti e ai ragazzi sopra i 14 anni, non è quindi in competizione con il Centro che ho fondato all’ospedale pediatrico Buzzi di Milano, che continuerà ad accogliere i bambini più piccoli e col quale sono certo si potrà collaborare anche con progetti di ricerca in campo biologico.
E’ invece un’occasione importante per fare cultura e soprattutto offrire la mia esperienza a molti giovani medici di Humanitas. Il nostro lavoro è applicare nuove tecniche, proprie della chirurgia plastica, nella prospettiva di una sempre più completa correzione di questi difetti vascolari congeniti o degli esiti devastanti che certi angiomi lasciano”.

Lei da anni si dedica alla cura di bambini affetti da serie patologie vascolari. Cosa l’ha portata a fondare un’associazione a sostegno di queste persone?
“I dieci anni passati all’ospedale pediatrico Buzzi di Milano, sono stati una vera e propria sfida diretta a guarire questo tipo di patologia già nei bambini più piccoli. Questo metodo è andato in controtendenza a certi tradizionali atteggiamenti, che ancora si ritrovano, di rimandare a sviluppo avvenuto qualunque intervento correttivo. Oggi l’orientamento è quello di cercare di concludere il percorso terapeutico prima dell’età scolare, tutto ciò anche per ovviare alle possibili conseguenze psicologiche e di relazione. Ma è chiaro che la maggior parte di pazienti con gravi malformazioni necessita di cure ben oltre l’età di 18 anni. Il prendermi cura di loro in un ospedale pediatrico creava qualche problema.
L’idea dell’Associazione Girandola Onlus (www.girandola.org) è nata dalla quotidiana esperienza di quanto queste patologie fossero prima di tutto orfane di informazione e poi poco considerate a livello istituzionale e con scarsissime risorse dedicate.
In questi anni, proprio anche grazie all’Associazione, ho potuto dotare di sofisticate apparecchiature il Centro che ho fondato al Buzzi, di riferimento nazionale dedicato allo studio e al trattamento di angiomi e malformazioni vascolari; ho potuto mantenere i contatti con i Centri di altri paesi per un costante aggiornamento; ed infine dato un supporto logistico-informativo alle famiglie più disagiate”.

C’è nella sua vita una persona a cui deve la passione per il suo lavoro?
“Ce ne sono almeno tre: una è citata nella mia biografia ed è il professor Malan, mio primo maestro, un personaggio di grande prestigio, considerato il fondatore della chirurgia vascolare in Italia, ma soprattutto pioniere nel campo delle malformazioni vascolari, in un epoca in cui i mezzi diagnostici (TAC, risonanza magnetica ed ecodoppler) erano ancora tutti da inventare. Le sue intuizioni, per esempio sull’esistenza di fattori ‘angiogenetici’, sono oggi di grande attualità.
Un altro grande personaggio che ha influenzato la mia attività di chirurgo è mio suocero, il Dott Cipolat, il medico in assoluto più colto che abbia mai conosciuto, anche lui chirurgo, non ama fregiarsi della medaglia d’oro attribuitagli dalle Nazioni Unite e del titolo di Cavaliere della Repubblica, per aver diretto coraggiosamente un grande ospedale in Congo Belga durante la sanguinosa guerra nel centro Africa negli anni ‘50. Lucidissimo e studiosissimo, a 93 anni è ancora arduo confrontarsi con lui conversando sulle patologie più rare.
Dovrei infine citare mia moglie Letizia, anche lei medico e chirurgo vascolare, sulla quale è stato inevitabile scaricare dubbi, perplessità e stati di preoccupazione per questo o quel paziente. Debbo a lei in questi ultimi anni un mio orientamento ad utilizzare sempre di più terapie di sostegno non convenzionali. Forse anche perché mio padre era farmacista, oltre al bisturi mi vanto di ricorrere ai rimedi dell’omeopatia e dell’omotossicologia”.

Gianni Vercellio: il percorso professionale
Laureato a Milano in Medicina e Chirurgia nel 1967, si specializza in Chirurgia Generale, Chirurgia Vascolare, Angiologia e in Cardioangiochirurgia. Dopo la laurea ha frequentato la divisione di Chirurgia Cardio-Vascolare dell’Ospedale Broussais di Parigi diretta dal prof. Dubost. Presso l’Istituto di Chirurgia Vascolare dell’Università di Milano incontra il prof. Malan, al fianco del quale ha iniziato la propria attività di chirurgo dedicandosi allo studio e al trattamento di tutte le patologie vascolari tradizionali venose ed arteriose. Negli ultimi 20 anni si è specializzato nel campo delle anomalie congenite del sistema circolatorio, angiomi e malformazioni vascolari. È docente presso la I Scuola di Specializzazione in Chirurgia Vascolare dell’Università di Milano, dal 1996 è membro dell’International Society for the Study of Vascular Anomalies, ed è autore di 130 pubblicazioni scientifiche e di 3 monografie.

A cura di Cristina Florio

Redazione Humanitas Salute: