O.N.Da, dalla parte delle donne

Un osservatorio tutto al femminile, nato per occuparsi della salute delle donne a 360 gradi, per informare, prevenire e facilitare l’accesso alle cure. O.N.Da, Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna, ormai è una realtà consolidata, con attività e progetti capillari. Un punto di riferimento per le donne ma non solo. Il presidente dell’Osservatorio, Francesca Merzagora, ne illustra gli scopi.

Dott.ssa Marzagora, come nasce O.N.Da?
“Nasce da un’idea pensata con il dott. Alberto Costa e il Prof. Gilberto Corbellini, si è arrivati velocemente al 6 febbraio 2006, una data molto importante per O.N.Da: il giorno della presentazione ufficiale dell’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna a Roma, in Campidoglio. Abbiamo pensato ad un Osservatorio per avere una visione a 360°, sopra le parti. Una visione che ci consenta di osservare con attenzione la salute della donna che, nonostante sia una salute più fragile, passa spesso inosservata”.

Quali sono i fattori che mettono a rischio la salute delle donne?
“Come sappiamo, sono tanti i fattori che agiscono negativamente sulla salute femminile: il doppio ruolo casa-lavoro, l’inclinazione femminile ad occuparsi prima dei bisogni altrui che dei propri, l’accesso iniquo al Sistema Sanitario Nazionale, la scarsa partecipazione delle donne agli studi clinici, la scarsità di potere sociale ed economico. Perché per migliorare la qualità della vita della popolazione femminile è necessario dare risposte concrete, ma anche farsi portavoce di iniziative di più ampio respiro”.

E le malattie che colpiscono in particolare le donne?
“Sono tante le patologie che colpiscono la popolazione femminile e che rappresentano quindi non solo un rischio concreto di vita ma impattano anche sull’intero sistema nel quale la donna stessa è inserita (famiglia, lavoro, società, etc.). Malattie cardiovascolari, patologie oncologiche, patologie psichiche, malattie a trasmissione sessuale, malattie neurodegenerative, tematiche riproduttive, menopausa sono al centro dell’attenzione dell’Osservatorio. Per tutte queste O.N.Da si occupa di sensibilizzare l’opinione pubblica e la popolazione femminile in particolare sui risultati della ricerca, sull’importanza della prevenzione e sullo stato delle cure.

In cosa consiste l’attività di O.N.Da?
“Ogni giorno l’Osservatorio dialoga con referenti di alto livello sia in ambito pubblico che privato. Istituzioni regionali, nazionali ed europee, società scientifiche, associazioni di categoria, istituti di ricerca, università, organi di comunicazione, associazioni di pazienti: insieme a loro O.N.Da promuove una corretta ‘cultura della salute femminile’. Per ognuno dei nostri progetti vengono coinvolte in modo trasversale le Parlamentari del Senato e della Camera interessati a supportare un’azione di lobby positiva al fine di contribuire con il loro aiuto a risolvere alcune problematiche al femminile”.

Con quali strumenti perseguite i vostri scopi di divulgazione?
“L’Osservatorio si avvale di diversi strumenti. Ogni anno vengono organizzate oltre 20 conferenze, in tutto il territorio nazionale, su temi di largo interesse e con relatori qualificati.Vengono prodotte diverse pubblicazioni: il Libro Bianco sulla salute della donna, il volume La tutela della salute della donna nel mondo del lavoro, il Libro verde sulla salute della donna, editi da Franco Angeli e i ‘Quaderni di O.N.Da’ su varie tematiche. I materiali informativi di O.N.Da vengono veicolati tramite inserti nei principali quotidiani e periodici femminili nazionali e vengono predisposte campagne stampa nazionali per sottolineare il ruolo fondamentale della prevenzione”.

Di recente c’è stata anche una mostra
“Sì, a Milano, al Museo della Scienza e della Tecnologia. È stata allestita una esposizione interattiva, ‘Donne in Salute’ che, grazie al grande successo ottenuto, ha iniziato un percorso di itineranza a Perugia, a Bari (novembre 2008) e successivamente a Roma. La mostra, che affronta tutte le problematiche e tematiche di salute della donna nelle varie fasce di età attraverso postazioni multimediali, exhibit interattivi, pannelli e oggetti diversi, ha ottenuto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e il patrocinio dei massimi organi istituzionali”.

Come migliorare la qualità della vita delle donne?
“Cerchiamo di farlo, concentrandoci su 5 attività fondamentali:
Studiare, sostenendo ricerche di base e cliniche sulle principali malattie che colpiscono le donne.
Tutelare, valutando l’impatto sociale ed economico nonché le implicazioni giuridiche e assicurative delle patologie più frequenti.
Informare, sollecitando l’attenzione delle Istituzioni, del mondo della medicina, delle aziende, delle associazioni di pazienti e della popolazione femminile generale.
Educare, promuovendo l’insegnamento dei problemi legati alla salute delle donne in ambito scolastico e universitario.
Stimolare, incoraggiando le donne a svolgere un ruolo attivo nei confronti della propria salute in tutti gli ambiti, dal mondo del lavoro, alla creazione di politiche sanitarie ad hoc”.

Uno dei problemi maggiori è l’accesso alle Sistema Sanitario Nazionale. Cosa fate per provare a risolverlo?
“Per questo è stato realizzato nel 2007 e portato avanti nel 2008 il Progetto Ospedaledonna che prevede l’identificazione delle strutture ospedaliere italiane maggiormente ‘women friendly’. Agli ospedali in possesso di caratteristiche identificate da una Commissione sono stati attribuiti uno o più bollini rosa a seconda della loro attenzione all’universo femminile in termini di prevenzione, assistenza, cura di patologie femminili, presenza di donne in posizione apicale, produzione di pubblicazioni scientifiche su patologie femminili, eccetera. Nel 2008 sono stati attribuiti i bollini rosa a 140 ospedali italiani”.

Per informazioni: www.ondaosservatorio.it

A cura della Redazione

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