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Menopausa, sarà precoce se la prima mestruazione arriva a 11 anni?

01/05/2017

Aver avuto la prima mestruazione non più tardi di 11 anni di età potrebbe far aumentare il rischio di menopausa precoce. Uno scenario più probabile anche per le donne che non hanno avuto figli. Di pubertà precoce e menopausa precoce si sono occupati dei ricercatori della University of Queensland (Australia) in uno studio pubblicato su Human Reproduction.

I dati sono stati ricavati da nove studi osservazionali condotti in Regno Unito, Scandinavia, Australia e Giappone su, in totale, 51mila 450 donne in post menopausa. In caso di menarca prima degli 11 anni le donne avevano l’80% di probabilità in più di entrare in menopausa prima dei 44 anni. Chi non portato a termine delle gravidanze, invece, andava incontro a un rischio doppio di menopausa precoce rispetto alle donne che avevano avuto almeno due figli.

La menopausa è soprattutto questione di geni

I ricercatori hanno anche combinato i due fattori: la prima mestruazione prima degli 11 anni e la mancata maternità erano associati a un rischio 5 volte maggiore di menopausa prima dei 40 anni e 2 volte maggiore di menopausa tra 40 e 44 anni rispetto alle donne con almeno due figli e con menarca dopo 12 anni.

(Per approfondire leggi qui: Menopausa, che impatto hanno le variazioni ormonali su memoria e cervello?)

Il momento in cui arriva il menarca, però, non compromette necessariamente la fertilità femminile, come spiega il dottor Gianalfredo Franzoni, ginecologo dell’ospedale Humanitas San Pio X: «Non è automatica la relazione tra menarca precoce e menopausa precoce. L’arrivo anticipato della prima mestruazione non è detto che precorra la menopausa prima dei 40-44 anni. La questione è di natura prevalentemente genetica: ogni donna è dotata di un patrimonio di cellule uovo e di follicoli, quindi di produzione di ormoni, che va esaurendosi nel corso del periodo fertile e che può esaurirsi anche prima dei 40 anni ma fattori ambientali, esogeni o legati allo stile di vita e iatrogeni, possono concorrere al precoce esaurimento della attività ovarica».

L’utilità della terapia ormonale sostitutiva in menopausa

Ma anche qualora dovesse arrivare, la menopausa precoce non sarebbe una condanna: «Abbiamo a disposizione delle terapie ormonali sostitutive che possono essere prescritte alle donne per ristabilire la quota ormonale adeguata», sottolinea il dottor Franzoni. «La menopausa precoce è una condizione che si riflette su diversi aspetti della salute delle donne: ad esempio sul sistema delle articolazioni, sul sistema cardiovascolare, aumentando il rischio di patologie, sull’apparato genitale e persino sul sistema nervoso, dotato di recettori ormonali. Le variazioni dei livelli ormonali contribuiscono infatti all’invecchiamento dei neuroni».

(Per approfondire leggi qui: La menopausa precoce aumenta il rischio di infarto del miocardio)

Ma dalla sua parte la donna ha la possibilità di ricorrere alla terapia ormonale sostitutiva, «una vera e propria terapia, quindi non farmaci placebo o integratori, prescritta e monitorata dal medico e che può restituire il benessere perduto. Con questa terapia personalizzata e ben monitorata la donna non va incontro a un aumentato rischio di sviluppare patologie tumorali, a cominciare dal tumore al seno», conclude lo specialista.

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