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YouTube col camice bianco? Un “medico” da consultare con cautela

22/02/2016

Il “dottor” YouTube è una risorsa da usare con cautela. L’avvertimento è di un gruppo di ricercatori provenienti, tra le altre, dalla University of Arkansas (Usa). Questo perché circa la metà delle terapie proposte nei video del motore di ricerca non è basata su prove scientifiche.

Gli scienziati hanno esaminato 200 video filtrati su YouTube con queste parole-chiave: “neuropatia”, “neuropatia periferica” “neuropatia diabetica”, “neuropatia cause” e “neuropatia trattamento”. I risultati dello studio sono stati pubblicati su Muscle Nerve. Meno della metà dei video incentrati sul trattamento avevano come protagonisti dei professionisti della salute, tra cui molti chiropratici. L’argomento caldo era la medicina alternativa seguita dai dispositivi medici e dalle terapie farmacologiche.

Con il termine neuropatia periferica si intende una serie di malattie a carico del sistema nervoso periferico. L’American Academy of Neurology ha pubblicato le linee guida per il suo trattamento ma la cosa sembra essere passata inosservata a molti degli autori dei video su YouTube: solo una minoranza delle discussioni sulle terapie riprende infatti le linee guida, dicono i ricercatori. Cautela dunque. Valutare chi sia l’autore e quale sia la sua formazione è fondamentale: un consiglio che i ricercatori danno a tutti gli internauti pronti a credere al “dottor” YouTube.

Ma il web può essere utile anche per rinforzare il legame medico-paziente

Lo studio in questione ha riguardato la neuropatia periferica ma un discorso analogo si può fare anche su patologie più cliccate come il diabete. Secondo una ricerca di pochi mesi il web era consultato più del medico di base per il diabete con i rischi che i professionisti di Humanitas mettono in luce: «Purtroppo sul web c’è ormai di tutto e alcune cose possono essere anche pericolose. Spesso ci capita in ambulatorio di incontrare soggetti che richiedono alcune terapie non adatte alla loro tipologia di malattia o che sono in fase sperimentale o addirittura inesistenti».

(Per approfondire leggi qui: Diabete, Google batte il medico di base: solo il 9% si rivolge al dottore)

«I punti saldi devono rimanere i medici di medicina generale gli specialisti diabetologi. Poi che la maggiore informazione possa portare a una migliore consapevolezza della patologia ben venga, ma solo se guidata da siti autorizzati e specialistici», aggiungono gli specialisti.

La Rete è infatti una risorsa preziosa se usata con intelligenza. Interpellare i motori di ricerca specifici per la diagnosi, ad esempio, può essere utile come ricorda il professor Carlo Selmi, responsabile di Reumatologia e immunologia clinica di Humanitas e docente all’Università di Milano: «L’uso di questi motori di ricerca può anche consolidare il legame tra pazienti e medici di fiducia in quanto il paziente può essere maggiormente preparato alla visita».

(Per approfondire leggi qui: Diagnosi sul web? I motori di ricerca indovinano in un caso su tre)

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