Prima del vaccino a proteggere i neonati dalla pertosse ci pensano gli anticorpi della mamma. Grazie alla vaccinazione in gravidanza, il rischio di contrarre questa infezione nei primi mesi di vita si riduce drasticamente: «Subito dopo la nascita la salute del bambino dipende in larga misura dalla protezione fornita dagli anticorpi materni», aggiunge il professor Alberto Mantovani, Direttore Scientifico di Humanitas e docente di Humanitas University.

Come ogni anno l’Oms-Organizzazione mondiale della Sanità dedica l’ultima settimana di aprile alla promozione delle vaccinazioni. In occasione della Settimana Mondiale per l’Immunizzazione dal 24 al 30 aprile 2017, l’organizzazione richiama l’importanza della vaccinazione in ogni fase della vita. Tra i momenti più delicati in cui la vaccinazione riveste un ruolo davvero critico c’è proprio la gravidanza: «In una recente revisione pubblicata su New England Journal of Medicine l’autore, docente alla Emory University, sottolinea il valore dei vaccini somministrati in gravidanza e riferisce dell’efficacia dell’immunizzazione della donna per il benessere del bambino. Grazie all’immunità trasferita attraverso la placenta – spiega il professore – i bambini possono essere protetti da diversi microorganismi a cominciare dai primi mesi di vita, quando il loro sistema immunitario è in via di formazione e sono dunque troppo piccoli per poter essere vaccinati direttamente».

(Per approfondire leggi qui: Gravidanza, vaccinare la mamma per proteggere il bambino)

«È fondamentale vaccinarsi in gravidanza o addirittura prima ancora della gravidanza. In questa delicata fase della vita della donna sono raccomandati i vaccini contro il virus stagionale dell’influenza e contro la difterite, il tetano e la pertosse».

Protezione del vaccino per tutto il primo anno

Da una recente ricerca condotta da Kaiser Permanente Vaccine Study Center (USA) e pubblicata su Pediatrics è emersa ancora una volta l’utilità del vaccino contro pertosse, difterite e tetano: il vaccino materno in gravidanza si è dimostrato molto efficace nel proteggere dal rischio di infezione prima che il bambino potesse essere immunizzato in prima persona. Nei primi due mesi di vita il rischio del lattante di contrarre l’infezione respiratoria batterica si riduceva del 91%.

La protezione fornita dal vaccino materno si estendeva anche nel lungo periodo e senza interferire con quella data dal vaccino somministrato direttamente al bambino dal secondo mese di vita: nel primo anno il rischio di contrarre la patologia diminuiva del 69% (al netto degli effetti della vaccinazione pediatrica).

Lo studio è stato eseguito su poco meno di 149 mila bambini. Secondo i ricercatori la scelta di immunizzare le donne in attesa, per garantire il trasferimento degli anticorpi materni, sembra essere più efficace nella protezione dei neonati contro la pertosse rispetto alla strategia adottata in passato di vaccinare dopo il parto la mamma e le altre persone a stretto contatto con il bambino.

In gravidanza raccomandata anche la vaccinazione antinfluenzale

«Anche la revisione edita su New England Journal of Medicine conferma quanto gli specialisti sostengono da tempo, ovvero i grandi benefici per il bambino che derivano dall’immunizzazione della futura mamma», conclude il professore.

(Per approfondire leggi qui: Influenza e vaccino in gravidanza, nessun aumento del rischio autismo)

Secondo le indicazioni del ministero della Salute e del calendario vaccinale è consigliata la somministrazione del vaccino contro la pertosse nel corso del terzo trimestre di ogni gravidanza e contro l’influenza stagionale nel corso del secondo/terzo trimestre di ogni gravidanza all’inizio della stagione epidemica.