Gli omega 3 potrebbero diventare un’arma in più nella prevenzione dell’asma infantile: offrire una supplementazione di questi grassi “buoni” alle future mamme ridurrebbe di un terzo il rischio dei bambini di sviluppare questa malattia. È quanto conclude uno studio condotto dal Copenhagen University Hospital (Danimarca) e dalla University of Waterloo (Canada). La ricerca è stata pubblicata su New England Journal of Medicine.
Allo studio hanno partecipato 736 donne danesi al terzo trimestre di gravidanza, divise casualmente in due gruppi, alle quali è stato somministrato dell’olio di pesce o dell’olio d’oliva. La salute dei figli di 695 donne è stata monitorata dai ricercatori fino a 5 anni di vita.
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Le donne che avevano assunto una supplementazione di 2,4 grammi di omega 3 dalla 24ª settimana di gestazione presentavano un rischio di asma nei nascituri ridotto del 31%. Il beneficio era maggiore nelle donne che all’inizio dello studio presentavano livelli più bassi di omega 3 nel sangue: in questo caso il rischio di asma diminuiva di oltre il 50%.
Salmone e aringa tra fonti di omega 3
Gli acidi grassi omega 3 – come l’acido docosaesaenoico (DHA) e l’acido eicosapentaenoico (EPA) – sono presenti in alcune specie di pesce come sardine, aringhe e salmone e svolgono un ruolo importante nella regolazione della risposta immunitaria umana.
Questo studio, concludono i ricercatori, conferma le proprietà antinfiammatorie degli omega 3 e l’ipotesi di una correlazione tra lo scarso apporto di tali grassi nelle diete occidentali e l’aumento dell’incidenza di asma infantile.
«Le patologie allergiche sono sempre in progressivo aumento nel mondo occidentale. Si calcola che quasi un quarto dei bambini presentino disturbi di tipo broncospastico, respiro sibilante, in età prescolare», aggiunge il dottor Marco Nuara, pediatra e neonatolgo dell’ospedale Humanitas San Pio X.
In che modo si può contenere il rischio di asma nei bambini?
«Una dieta ricca di frutta verdura e pesce fresco può essere protettiva nei confronti dello sviluppo di sintomi asmatici. In particolare l’assunzione di acidi grassi quali omega 3 e EPA svolgerebbe un ruolo antinfiammatorio a vari livelli riducendo la produzione di leucotrieni e di immunoglobuline di tipo E, mediatori responsabili dei principali sintomi allergici respiratori», risponde lo specialista.
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«Da circa 10 anni sappiamo che l’aumentato consumo di pesce nei bambini correla con una minore incidenza di asma e un migliore controllo dei sintomi. Benefici sono evidenziati anche per quanto concerne la dermatite atopica. La raccomandazione al consumo di 2-4 porzioni di pesce alla settimana non può comunque sostituire l’indicazione alla supplementazione con integratori contenenti DHA e EPA sia in gravidanza sia nel bambino. Anche l’assunzione di vitamina D in gravidanza e in età prescolare sembrerebbe protettiva sull’insorgenza di respiro sibilante e pertanto ne andrebbe sempre raccomandata la supplementazione, soprattutto a determinate latitudini», conclude il dottor Nuara.