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Prevenzione

Cancro: carne rossa, salumi e latticini. Sfatiamo i falsi miti

05/10/2016

Negli ultimi anni si è parlato moltissimo dell’alimentazione in relazione alla prevenzione di tumori e malattie cardiovascolari; in effetti c’è accordo fra specialisti ed epidemiologi sul fatto che chi segue una dieta particolarmente ricca di grassi e proteine di origine animale, soprattutto carni rosse e lavorate, ha un maggior rischio di sviluppare patologie come diabete, infarto, obesità e cancro. In particolare, c’è una vera e propria fioritura di articoli che, spesso con toni allarmistici, stigmatizzano il consumo di alcuni alimenti come salumi, latticini e carni rosse, sulla base di studi clinici internazionali. Cosa c’è di vero? Qual è il comportamento più corretto da tenere?

«Nell’autunno 2015 l’International Agency for Research on Cancer (IARC) dell’Oms ha deciso di inserire le carni lavorate nella lista delle sostanze cancerogene e le carni rosse nella lista di quelle che probabilmente sono cancerogene. Da quel momento è scattata una campagna mediatica contro questi alimenti che ha terrorizzato molti consumatori. In realtà questi dati non sono nuovi: le carni lavorate, salate, essiccate, fermentate, affumicate o trattate con conservanti per migliorarne il sapore, è noto che siano legate ad alcuni tipi di tumore a causa della presenza di conservanti o di prodotti della combustione», spiega la dottoressa Manuela Pastore, dietista dell’ospedale Humanitas.

Nessun pericolo dal consumo di meno di mezzo chilo di carne rossa a settimana

«Gli studi si riferiscono però a chi ne mangia quotidianamente, in quantitativi notevoli, molto più elevati dei consumi medi italiani e, fra l’altro, i prodotti “incriminati” sono spesso prodotti con metodi che non sono utilizzati in Italia. L’aumento del rischio è comunque legato agli eccessi e lo IARC stesso avverte che un consumo settimanale inferiore a 500 g di carne rossa non costituisce un pericolo per la salute. Personalmente, aggiungerei che la qualità, la quantità e la modalità di cottura sono fondamentali nel determinare la pericolosità di questi alimenti: in una dieta variata, il consumo di carne rossa una o due volte la settimana, a condizione che sia scelta fra i tagli con meno grassi ed alternata ad altre fonti proteiche, non espone a rischi».

(Per approfondire leggi qui: Carne rossa e rischio cancro: “L’importante è moderare il consumo”)

«È bene ricordare che le direttive italiane in termini di qualità nella preparazione di questo tipo di alimenti, comprese quelle su lavorazione ed allevamento del bestiame, sono fra le più restrittive al mondo, e sono corredate da severi controlli. Comunque, recenti studi danno una ulteriore conferma di quanto sia importante tornare alla dieta mediterranea tipica della tradizione italiana, che ha dimostrato di poter diminuire il rischio di tumore».

Per mangiare in salute è utile affidarsi alla Dieta mediterranea

«Un altro dei bersagli mediatici degli ultimi anni è il latte vaccino, che viene considerato dannoso per la salute. In letteratura si trovano molti articoli scientifici che danno risultati discordanti al riguardo. Il più noto, a cui si riferiscono peraltro molte diete che prevedono l’esclusione del latte è il “China Study”. Si tratta di uno studio epidemiologico condotto negli anni ottanta sulla popolazione cinese, con lo scopo di verificare l’eventuale correlazione tra alcuni cibi e lo sviluppo di malattie cardiovascolari e cancro. Fra le tante componenti incriminate, lo studio afferma che la caseina, una proteina contenuta nel latte, sia cancerogena. Il dato preso di per sé in effetti è allarmante; in realtà i metodi utilizzati per giungere a questa conclusione sono stati valutati da esperti di statistica, che hanno concluso che il numero di correlazioni studiate è troppo elevato, tale da permettere di dimostrare qualunque teoria preconcetta».

(Per approfondire leggi qui: Ipertensione, prevenirla con latte, yogurt e latticini)

«Per questa e per altre motivazioni il “China Study” è considerato inaffidabile dalle società di riferimento», prosegue la dottoressa Pastore, che conclude: «In generale, credo che il consiglio migliore da dare a chiunque voglia prendersi cura della propria salute attraverso il cibo sia quello di diffidare dalle tante notizie allarmistiche diffuse dai media e tenere conto del parere degli specialisti. L’indicazione più utile è senza dubbio quella di continuare a mangiare variato e non escludere alcuna categoria di alimenti, se non esistono motivazioni cliniche reali. È importante utilizzare come riferimento la dieta mediterranea: una indicazione semplice e piacevole da seguire!»

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