Stai leggendo Tumore del seno, perché è importante smettere di fumare alla diagnosi?

Prevenzione

Tumore del seno, perché è importante smettere di fumare alla diagnosi?

20/07/2016

Per le donne fumatrici, categoria che è purtroppo in crescita nel nostro Paese, c’è un ulteriore motivo per cercare di smettere di fumare: il tumore del seno. Chi smette di fumare, persino dopo la diagnosi, ha infatti molte più possibilità di guarire dal tumore, secondo uno studio recentemente pubblicato sul prestigioso Journal of Clinical Oncology. Dopo i molti lavori scientifici che, nel corso degli anni, hanno dimostrato una correlazione fra il fumo di sigaretta e carcinoma della mammella (in effetti più debole di quella tra tabagismo e altri tipi di tumore, come quelli polmonari o gastroenterici), un gruppo di scienziati americani ha voluto indagare le differenze di prognosi fra donne non fumatrici, donne che smettono alla diagnosi di tumore e chi invece continua a fumare, nonostante l’insorgenza del cancro.

(Per approfondire leggi qui: Tumore seno, rischio sale con una dieta ricca di grassi in adolescenza?)

«Lo studio è molto ampio anche dal punto di vista numerico, coinvolge circa 21000 pazienti affette da tumore alla mammella che, a maggiore garanzia dell’affidabilità dei risultati, sono state seguite per un arco di tempo di vent’anni. Il messaggio che è importante trasmettere è che le donne fumatrici hanno una mortalità più alta legata al tumore della mammella, non solo rispetto a quelle che non hanno mai fumato, ma anche a paragone di quelle che hanno deciso di smettere una volta ricevuta la diagnosi di tumore del seno», spiega il dottor Andrea Sagona, chirurgo senologo di Humanitas Cancer Center.

Per il rischio oncologico attenzione anche al fumo passivo

«Questo vale quindi non solo per insorgenza di patologie legate al fumo, quali eventi cardiovascolari, malattie polmonari o tumori correlati al fumo quali il carcinoma del polmone, ma anche nello specifico della malattia mammaria. Il fumo, influenza inoltre negativamente l’esito di tutti i trattamenti, dalla chirurgia (maggiore possibilità di infezioni e di complicanze post intervento come la necrosi cutanea) alla chemioterapia, dalla terapia endocrina alla radioterapia», continua il dottor Sagona, che poi conclude: «Anche l’esposizione al fumo passivo ha gli stessi effetti, quindi non vivere in un ambiente nel quale si fuma è altrettanto importante, soprattutto per chi va incontro a questi trattamenti. Chi convive, quindi, dovrebbe smettere di fumare a sua volta o, per lo meno, evitare di fumare in casa. I senologi, infine, hanno il dovere di avvertire tutte le loro pazienti, spiegando loro in modo chiaro tutti questi concetti ed invitandole, in caso di necessità, a rivolgersi a un centro specializzato nella smoking cessation».

(Per approfondire leggi qui: Giornata mondiale senza tabacco, ecco perché smettere di fumare fa bene)

In Humanitas è presente un Centro Antifumo che aiuta tutti quelli che lo desiderano a smettere di fumare. Il medico referente è la dottoressa Licia Siracusano, oncologa. È possibile avere maggiori informazioni o richiedere un appuntamento telefonando al numero dedicato 02.82242454.

Articoli che potrebbero interessarti

Non perderti i nostri consigli sulla tua salute

Registrati per la newsletter settimanale di Humanitas Salute e ricevi aggiornamenti su prevenzione, nutrizione, lifestyle e consigli per migliorare il tuo stile di vita