Prevenzione

Reni, ipertensione e obesità: due pericoli per la loro salute

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Reni, proteggiamoli sin dall’infanzia. Alcune malattie renali che compaiono in età adulta possono avere un legame diretto con i primi anni di vita, per questo è bene promuovere la prevenzione e la diagnosi precoce sin da bambini. È il messaggio che la Società internazionale di Nefrologia e la Federazione internazionale delle Fondazioni del rene lanciano in occasione della Giornata mondiale del Rene 2016, oggi 10 marzo.

Il 10% della popolazione mondiale soffre di una qualche forma di malattia renale e il numero delle persone colpite da malattie renali croniche è destinato a crescere del 17% nei prossimi 10 anni. L’Organizzazione mondiale della Sanità ha riconosciuto in queste patologie un problema di salute globale.

 Sebbene le cause prevalenti d’insufficienza renale nell’infanzia siano condizioni ereditarie, alcune malattie renali che diventano evidenti da adulti possono occorrere spesso in persone che presentano fattori di rischio individuabili sin da piccoli. Perciò è importante la prevenzione per evitare l’insorgenza di malattie renali come l’insufficienza renale acuta.

Tra i fattori modificabili ci sono anche l’ipertensione e l’obesità, due delle cause principali che portano allo sviluppo di malattie renali. Così gli organizzatori della Giornata mondiale del Rene invitano tutti a mantenersi attivi. Per il 10 marzo, e anche dopo, le parole d’ordine sono “move your feet”, muovi i tuoi piedi, un’azione semplice ma utile a proteggere la salute dei reni.

L’ipertensione e l’obesità, così come il fumo di sigaretta, sono stati associati anche all’insorgenza dei tumori renali «sebbene non sia stata provata un’effettiva correlazione tra questi fattori di rischio e lo sviluppo di neoplasie al rene», sottolinea il dottor Paolo Casale, urologo dell’ospedale Humanitas.

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In Italia i tumori renali rappresentano il 4% fra tutti i tumori

La stragrande maggioranza dei casi di questa neoplasia è rappresentata dai tumori del parenchima renale mentre una parte residuale è costituita dai tumori che originano delle vie urinarie intrarenali.

Il trattamento delle neoplasie che originano dal parenchima renale si è evoluto negli anni grazie all’introduzione della chirurgia conservativa: «L’obiettivo è di preservare nel paziente la maggior quantità possibile di parenchima funzionalmente sano asportando unicamente la neoplasia. Questo è possibile ottenerlo con la chirurgia conservativa, effettuata con tecniche mininvasive laparoscopiche e/o robot assistite o con l’intervento tradizionale “a cielo aperto”. La scelta della tecnica più adatta viene solitamente stabilità in base al volume e alla posizione del tumore nel contesto del rene», spiega lo specialista.

Quando possibile si tende dunque a non asportare il rene?

«Si cerca di asportare solo la parte di tessuto interessata dalla neoplasia anche perché nulla esclude che l’altro rene possa essere colpito, nel tempo, da tumore: se si asportasse l’organo quando invece potrebbe essere attuata una tecnica conservativa il paziente potrebbe diventare anefrico e necessitare di dialisi con relativa ripercussione sulla qualità della vita», conclude lo specialista.

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