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Prevenzione

Diabete e trombosi: una relazione pericolosa

26/01/2010

Un paziente diabetico ha un probabilità doppia di andare incontro a infarto o ictus rispetto a un paziente non diabetico: perché? A questa e altre domande risponderanno i clinici e gli scienziati che parteciperanno al convegno “Diabete e Trombosi” il 29 e 30 gennaio in Humanitas.

Le malattie cardiovascolari costituiscono una gravissima minaccia per i cittadini del mondo intero: il loro impatto in termini economici è di rilevanza mondiale. E non solo nei Paesi industrializzati: l’Organizzazione Mondiale della Sanità prevede che entro il 2010 queste patologie diventeranno la prima causa di morte anche nei Paesi in via di sviluppo. Nel 2025 i diabetici nel mondo saranno oltre 400 milioni, e ogni anno in Europa 2 milioni di persone perdono la vita in età ancora produttiva per malattie da trombosi, quali infarto, ictus, embolia.

Un paziente diabetico ha un probabilità doppia di andare incontro a un evento vascolare da trombosi rispetto a un paziente non diabetico: perché? Quali sono i meccanismi che attivano la coagulazione del sangue nel diabetico? Quali le reazioni biologiche e biochimiche che avvengono all’interno delle arterie e portano alla formazione di un trombo? I farmaci che riducono la probabilità di trombosi sono utili anche nel diabetico? E quelli che normalizzano il colesterolo, quale effetto hanno sulla probabilità che si formi un trombo? Saranno questi i temi al centro del convegno “Diabete e Trombosi”, in programma presso l’Istituto Clinico Humanitas il 29 e 30 gennaio, al quale partecipano esperti clinici, farmacologi, diabetologi provenienti da Università e Istituzioni italiane e straniere: ognuno di loro affronterà uno degli aspetti peculiari che legano il diabete alla trombosi. Fra i relatori Alberto Mantovani, Direttore Scientifico di Humanitas, Paolo Cavallo Perin, presidente della Società italiana di Diabetologia, Francesco Violi, presidente della Società italiana di Medicina Interna, Zaverio Ruggeri, responsabile del dipartimento di ricerca sull’Aterotrombosi di Scripps Research Institute, La Jolla, Giovanni Davì, professore di Medicina Interna dell’Università di Chieti.

A cura della Redazione

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