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Prevenzione

Le cause e i rimedi del “dito a scatto”

22/01/2002

La tenosinovite stenosante, comunemente nota come «dito a scatto», interessa le pulegge e i tendini della mano che servono per flettere le dita. I tendini funzionano come delle lunghe funi che connettono i muscoli dell’avambraccio alle ossa delle dita. Nelle dita le pulegge formano dei tunnel fibrosi entro cui scorrono i tendini, facilitati in questo dalla presenza delle relative guaine. Le pulegge trattengono i tendini vicino alle ossa con lo scopo di ottenere il movimento di flessione delle dita. «Il dito a scatto – spiegano gli specialisti di Humanitas – si presenta quando un tendine sviluppa una zona di rigonfiamento della sua guaina. In questa situazione il tendine viene schiacciato ogni volta che deve attraversare la puleggia vicina al rigonfiamento; ciò provoca dolore accompagnato da una sensazione di scatto nel dito corrispondente. Quando il tendine scatta produce ulteriore infiammazione e gonfiore. Si crea così un circolo vizioso che sostiene l’infiammazione, il gonfiore e lo scatto del dito. Talvolta il dito si blocca in flessione e diventa difficile e molto doloroso raddrizzarlo».

Quali sono le cause?

«Le cause di questa condizione non sempre sono chiare. Malattie come l’artrite reumatoide, la gotta e il diabete possono essere associate al dito a scatto».

Quali sono i sintomi?

«Il dito a scatto può comparire inizialmente come un indolenzimento alla base del dito dove può essere rilevato un piccolo nodulo. Quando il dito comincia a scattare o si blocca il paziente può avere la sensazione che il problema risieda nella prima articolazione del dito corrispondente».

Come viene trattato?

«Lo scopo del trattamento è di eliminare lo scatto o il blocco del dito e di ripristinarne il normale movimento. Il gonfiore intorno al tendine flessore e alla sua guaina devono essere ridotti per consentire un migliore scorrimento nella puleggia. La somministrazione di antiinfiammatori e l’applicazione di tutori possono essere indicati per ridurre l’infiammazione del tendine. Il trattamento può anche includere il cambiamento delle attività manuali. Se i trattamenti non chirurgici non migliorano i sintomi può essere indicato un intervento in day hospital. Lo scopo della chirurgia è di aprire la prima puleggia in modo che il tendine possa scorrere liberamente. Il movimento attivo del dito generalmente inizia subito dopo l’intervento e l’uso normale della mano può essere raggiunto in breve tempo. Alcuni pazienti possono avere una sensazione di dolore, gonfiore e tensione nella sede dell’intervento che può durare un tempo variabile. Occasionalmente può essere necessaria la fisioterapia nel periodo post-operatorio».

A cura di Lucia Giaculli

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