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Prevenzione

Occhio… alla prevenzione. A tutte le età

04/04/2006

Già a partire dai sei mesi di vita è bene iniziare a sottoporsi a visite oculistiche periodiche, con scadenze diverse a seconda dell’età. Per prevenire alcune malattie, tenerne sotto controllo il decorso e fornire sempre una adeguata correzione di difetti visivi quali la miopia. Ne parliamo con il dott. Fabrizio Camesasca, Oculista dell’Unità Operativa di Oculistica di Humanitas, diretta dal dott. Paolo Vinciguerra.

Dall’infanzia all’adolescenza
“La prevenzione oculistica – spiega il dott. Camesasca – inizia nell’infanzia: la prima visita può essere effettuata tra i sei mesi e l’anno d’età e consente di esaminare il fondo dell’occhio per controllare la struttura della retina, di individuare eventuali malformazioni dell’occhio, di verificare le dimensioni degli occhi del bambino e controllare se la visione avviene con entrambi gli occhi. Inoltre, una visita va sempre effettuata se ci si accorge che in qualche fotografia, alla luce del flash, un occhio risulta rosso (come normalmente accade) e l’altro no: un occhio che ripetutamente si presenta con un riflesso bianco invece che rosso può avere un problema importante.
Se non si presentano particolari disturbi, le visite oculistiche vanno poi effettuate ai 3 anni, ai 6, ai 9 e ai 12. I controlli diventano sempre più approfonditi e consentono di capire se il bambino vede bene e se ha bisogno di correzioni. Queste visite servono anche a prevenire l’occhio pigro, cioè l’eventualità che uno dei due occhi non sviluppi correttamente la propria capacità visiva, a causa di un difetto che può essere corretto con delle lenti, consentendo al bambino un completo recupero della vista. A ogni età è prudente misurare la pressione dell’occhio per diagnosticare il glaucoma. Tale patologia porta alla cecità in modo subdolo, senza dolori, senza sintomi premonitori. Anche se la sua frequenza aumenta nella popolazione anziana non dobbiamo mai omettere tale controllo, a qualunque età.
Tra i 12 e i 14 anni c’è un picco di sviluppo della miopia piuttosto importante, per questo motivo le visite oculistiche si rivelano necessarie per consentire una buona correzione del difetto. Il bambino che sviluppa un difetto visivo verrà seguito secondo le indicazioni dell’oculista, quello che non lo sviluppa si dovrà sottoporre a un controllo verso i 15 anni e poi a uno verso i 20 anni”.

L’età adulta
“Tra i 18 e i 21 anni – prosegue il dott. Camesasca – ci può essere un secondo picco di sviluppo della miopia, solitamente di minor gravità. Se non sono presenti disturbi o patologie già identificate in precedenza che ne suggeriscano controlli più ravvicinati, dopo i 20 anni e fino ai 55-60 anni d’età si consiglia una visita oculistica ogni tre anni, fino ai 70 anni ogni due e dopo i 70 almeno una volta all’anno.
Dopo i 55-60 anni si può sviluppare un problema di opacità del cristallino (cataratta) o di pressione dell’occhio (glaucoma). Dopo i 70 anni può più frequentemente insorgere anche un problema di invecchiamento retinico (degenerazione maculare senile), che va seguito con molta attenzione, in quanto in una percentuale molto ridotta dei casi può complicarsi con la formazione di nuovi vasi della regione centrale della retina (la macula), deputata alla visione fine, al riconoscimento delle persone, alla lettura. Dopo i 70 anni aumenta la frequenza delle malattie oculari, tanto che dopo gli 80 quasi il 50% delle persone presenta la vista ridotta ad almeno uno dei due occhi a causa di qualche malattia (glaucoma o più spesso degenerazione maculare senile).
Se la persona sviluppa il diabete, importante malattia metabolica, i controlli vanno effettuati con particolare scrupolo a causa dei possibili danni alla retina causati da questa patologia.
Un fattore di cui tener conto è poi quello della familiarità: la presenza in famiglia di miopie elevate, diabete, glaucoma deve indurre a controlli più accurati e ravvicinati”.

L’importanza della prevenzione
“Anche se al momento non sono ancora disponibili strumenti per evitare l’insorgenza della miopia o il suo progressivo aggravamento – prosegue il dott. Camesasca – un buon controllo oculistico consente di mantenere la correzione sempre adeguata e quindi di fornire una buona vista al paziente, di verificare se si sviluppano degli assottigliamenti retinici o delle lesioni che possono causare il distacco di retina (eventualità più frequente nei soggetti miopi) o se si presentano dei fenomeni di formazione di nuovi vasi simile a quella della degenerazione maculare senile, ma curabile con una terapia adeguata, la terapia fotodinamica (caso raro e più frequente nelle miopie elevate).
Nel glaucoma la prevenzione diventa essenziale: accertata la presenza di una pressione troppo elevata nell’occhio con conseguente rischio di danno al nervo ottico e progressiva restrizione del campo visivo, è possibile instaurare una terapia adeguata con colliri o intervenire chirurgicamente per mantenere la pressione a valori normali e impedire che il nervo ottico venga danneggiato.
Se si verificano delle lesioni retiniche da diabete è importante intervenire tempestivamente: anche in questo caso la prevenzione è indispensabile per impedire l’aggravamento delle lesioni e la perdita della vista.
Nella maculopatia senile, la prevenzione è soprattutto volta a monitorare quei pazienti che si presentano con quel tipo di degenerazione che li pone ad alto rischio (10%) di sviluppare una membrana neovascolare. La diagnosi precoce di insorgenza di tale membrana e il suo tempestivo trattamento consentono di conservare il più possibile la funzione visiva. In generale, il paziente con degenerazione maculare senile deve verificare, indossando la correzione adeguata, e schermando un occhio alla volta e osservando un riferimento (pagina di giornale, dettaglio del paesaggio dalla finestra di casa), che la vista nei due occhi sia costante nel tempo. Una variazione permanente deve sempre indurre il paziente a effettuare un controllo presso il medico oculista”.

Lenti a Contatto
L’importanza di controlli regolari aumenta nel caso si portino le lenti a contatto. “L’applicazione delle lenti a contatto si è diffusa sempre più – conclude il dott. Camesasca – e spesso ora, data la facile tollerabilità dei nuovi materiali, si è portati a sottovalutare l’importanza dei controlli dal medico oculista. Dopo l’applicazione della lente a distanza di qualche settimana e poi regolarmente ogni 6-12 mesi è importante valutare la topografia corneale per evidenziare l’impronta che in alcuni casi lascia la lente a contatto. Tale impronta è una deformazione della cornea che si dimostra dannosa ed evidenzia una applicazione incongrua. Va valutato l’endotelio corneale con microscopio confocale o speculare per vedere se il ridotto afflusso di ossigeno generato dalla lente a contatto danneggia questo importante strato corneale.

A cura di Elena Villa

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