Tumori femminili: la prevenzione parte dalla visita

Il controllo deve iniziare prima di tutto dalla visita clinica. Il medico specialista per mezzo della visita verifica lo stato di salute della donna, valuta eventuali disturbi o patologie. Un ruolo importante ha l’anamnesi, ossia il momento di dialogo tra il medico e la paziente che serve ad evidenziare la storia anche familiare della donna e gli eventuali sintomi. Solo se il ginecologo lo ritiene opportuno prescriverà altri esami. Il dott. Marco Balestri, ginecologo di Humanitas, ci spiega il ruolo fondamentale della visita e degli esami di approfondimento.

La visita
“Durante una visita di controllo – spiega il dott. Balestri – lo specialista dovrebbe essere in grado di valutare qualsiasi tipo di anomalia e, solo se è il caso, prescrivere ulteriori esami di accertamento. Il controllo annuale è fondamentale soprattutto nel caso di patologie che possono anche non dare sintomi. Nel caso di alcune patologie sia benigne sia maligne può esserci sintomatologia abbastanza precoce come per esempio per i tumori all’endometrio, al collo dell’utero e fibromi, per cui la donna si rivolge subito al proprio medico di fiducia ai primi segnali. Diverso, invece, il caso per esempio del tumore dell’ovaio che raramente dà sintomi precoci. Per questo motivo diventa importantissima la visita di controllo eseguita regolarmente.

Pap-test
“Si tratta di un controllo molto importante – continua il dott. Balestri – per verificare la presenza di alcune patologie benigne o lesioni pre-tumorali nel collo dell’utero. Per mezzo di un bastoncino, simile a un lungo cotton-fioc, e di una spatolina di legno, lo specialista raccoglie cellule di sfaldamento dal collo uterino che poi striscia su di un vetrino che verrà analizzato in laboratorio. Si consiglia di sottoporsi a regolare controllo con pap test a partire dal primo rapporto sessuale e almeno una volta all’anno. Il numero dei rapporti e il comportamento promiscuo, cioè avere rapporti con persone differenti, sono considerati fattori di rischio di malattie del collo dell’utero. Tuttavia dopo due esiti negativi consecutivi il medico può decidere di rifare il controllo dopo 2 anni. Nessun problema se l’esito è negativo, mentre se è positivo significa che sono state riscontrate cellule anomale. In questo caso a seconda di ciò che si è evidenziato il medico può intervenire nel migliore dei modi per la risoluzione del problema”.

Colposcopia
“Dopo un esito positivo del pap-test – prosegue il dott. Balestri – può essere necessario effettuare un controllo ulteriore per mezzo di una colposcopia. Si tratta di un esame non invasivo e assolutamente indolore che consiste nel guardare direttamente il collo dell’utero per mezzo di uno strumento simile al microscopio utilizzando liquidi coloranti. In questo modo è possibile evidenziare eventuali lesioni per le quali può essere necessaria una biopsia, ossia il prelievo del tessuto dal collo dell’utero per poi farlo analizzare in laboratorio”.

Ecografia
“Sono due i tipi di ecografia che si possono prescrivere – conclude il dott. Marco Balestri – l’ecografia addominale e quella trans-vaginale. Entrambe vengono eseguite con uno strumento, l’ecografo, che per mezzo di una sonda è in grado trasdurre ultrasuoni in immagini. Si tratta di un esame assolutamente indolore, l’ecografia addominale si esegue ponendo la sonda direttamente sull’addome, mentre la sonda dell’ecografia transvaginale viene introdotta attraverso la vagina. Tutti gli esami ginecologici devono essere fatti sotto indicazione del medico specialista per evitare di eseguire esami inutili e non esaustivi.

A cura di Lucia Giaculli

Redazione Humanitas Salute: