Stai leggendo Tumore al colon, negli Usa aumenta fra giovani. Screening da ripensare?

Prevenzione

Tumore al colon, negli Usa aumenta fra giovani. Screening da ripensare?

17/02/2016

Il tumore al colon ha tra i suoi fattori di rischio una dieta squilibrata, ricca di grassi animali e povera di fibre. Il National Cancer Institute suggerisce di seguire alcune regole per la prevenzione: ridurre l’assunzione di grassi animali al 30% delle calorie totali; consumare quotidianamente frutta e verdura; limitare l’alcol a un bicchiere di vino a pasto; dimagrire se si è obesi, evitare di ingrassare; aumentare l’apporto di fibre; limitare al massimo il consumo di cibi con conservanti (compreso il sale) o affumicati.

In Italia il tumore al colon è il secondo più frequente. La diffusione dei fattori di rischio e l’aumento dell’età media della popolazione sono alla base della progressiva crescita dell’incidenza di questo tumore negli ultimi decenni, si legge nel dossier “I numeri del Cancro in Italia 2015”.

Negli Stati Uniti l’aumento dei casi è un fenomeno frequente nelle persone fino a 50 anni di età. Come riferisce un team di scienziati della University of Michigan in uno studio pubblicato sulla rivista Cancer, il tumore al colon-retto è stato tradizionalmente considerato una patologia della terza età, tuttavia la proporzione dei casi fra i più giovani sta aumentando.

(Per approfondire leggi qui: Tumore al colon, il rischio aumenta per adolescenti sovrappeso)

Lo studio è stato condotto su circa 260mila pazienti con diagnosi di tumore al colon tra il 1998 e il 2011. Di questi quasi il 15% aveva meno di 50 anni: erano pazienti con una maggiore probabilità di ricevere una diagnosi di tumore in fase avanzata e avevano più chance di essere sottoposti a intervento chirurgico rispetto ai pazienti più anziani.

50 anni è l’età per cui è previsto l’avvio dei programmi di screening negli Stati Uniti. Anche in Italia l’età è la stessa: il ministero della Salute consiglia di sottoporsi all’esame della ricerca di sangue occulto nelle feci con cadenza biennale fra i 50 e i 69 anni.

Per il tumore al colon lo screening funziona

«I tumori giovanili, non essendo oggetto di nessuna campagna di screening, vengono prevalentemente intercettati con diagnosi clinica. La diagnosi inoltre è spesso posta con ritardo, appunto perché non si tende a sospettare questa malattia in pazienti giovani. Lo screening per il tumore al colon funziona invece bene dopo i 50 anni: più che di un aumento dei casi giovanili, dovemmo parlare di una riduzione dei casi nel range di età soggetto a screening. Questo fa si che il tasso di casi giovanili sia in aumento rispetto al totale appunto perché non oggetto di prevenzione, che in Usa significa prevalentemente eseguire la colonscopia», osserva il dottor Luigi Laghi, del Dipartimento di Gastroenterologia, responsabile della Hereditary Cancer Genetics Clinic – Gastroenterologia molecolare di Humanitas.

(Per approfondire leggi qui: La dieta vegetariana riduce il rischio di cancro colorettale?)

«Lo studio purtroppo è molto forte nei numeri, ma un po’ povero sul lato del dato biologico, e non ci dice quale frazione di casi giovanili sia attribuibile a casi con predisposizione su base genetica o con storia familiare positiva, due gruppi nei quali sarebbe possibile attuare specifiche strategie preventive».

«Non bisogna dunque dimenticare la possibilità che il tumore al colon può insorgere in pazienti giovani. Inoltre – conclude lo specialista – nei pazienti con storia familiare positiva (un parente di primo grado affetto), la colonscopia di prevenzione va anticipata di dieci anni, iniziando lo screening a 40 anni».

Articoli che potrebbero interessarti

Non perderti i nostri consigli sulla tua salute

Registrati per la newsletter settimanale di Humanitas Salute e ricevi aggiornamenti su prevenzione, nutrizione, lifestyle e consigli per migliorare il tuo stile di vita