L’obesità è una malattia causata da un eccessivo aumento di tessuto adiposo che aumenta il rischio dell’insorgenza di altre gravi patologie nell’individuo che ne soffre. L’obesità è infatti correlata con l’insorgenza di malattie associate di tipo cardiovascolare, metabolico, respiratorio e tumorale, e di conseguenza con una riduzione dell’aspettativa di vita stimata mediamente in almeno 10 anni.
La medicina offre varie terapie per intervenire contro il sovrappeso, ma quando l’eccesso di tessuto adiposo porta all’obesità di 2°- 3° grado, l’unica arma efficace per perdere peso e prevenire o curare le malattie associate è la chirurgia bariatrica: ne abbiamo parlato con gli esperti dell’Unità di Chirurgia Bariatrica in Humanitas.
Cos’è la chirurgia bariatrica
Sotto il nome di chirurgia bariatrica rientrano un insieme di interventi efficaci sia nel ridurre drasticamente il peso di chi vi si sottopone sia nel curare le malattie associate (di particolare rilevanza l’azione metabolica contro il diabete di tipo 2). Questo tipo di operazioni si svolgono in laparoscopia, cioè con accesso mini-invasivo, che si distingue per un minor dolore post operatorio e per i periodi di degenza abbreviati.
Esistono quattro tipi di interventi bariatrici validati a livello internazionale, di cui due molto diffusi e due ormai quasi in disuso. I due più eseguiti nel nostro centro, e nel mondo, sono:
- la sleeve gastrectomy, ovvero la resezione verticale di una grande parte dello stomaco. Lo scopo di questo intervento è ridurre la fame nel paziente per far sì che si sviluppi più facilmente il senso di sazietà durante i pasti. È un intervento normalmente ben tollerato da chi vi si sottopone;
- il bypass gastrico, che migliora soprattutto le condizioni di chi soffre anche di diabete e di reflusso gastroesofageo. È un intervento che si pratica da più di 50 anni.
I due interventi che invece sono ormai eseguiti in numeri molto piccoli sono:
- il bendaggio gastrico, tramite il quale si colloca un anello di silicone intorno alla parte alta dello stomaco. È considerato un intervento a basso rischio chirurgico ma anche quello meno efficace dei quattro;
- la diversione biliopancreatica, l’intervento più complesso e carico di effetti collaterali, ma anche più efficace. È un intervento con molti anni di pratica (si esegue dal 1976) ma che per la sua complessità si riserva a casi molto particolari.
Il peso che il paziente può perdere in seguito a questi interventi varia rispetto a età, sesso, e condizioni di partenza: il calo ponderale medio è del 70% del sovrappeso. La chirurgia bariatrica non si esaurisce però con l’intervento: il paziente viene seguito con un lungo periodo di follow-up finalizzato al migliore dei risultati (mantenimento del peso con la minore quantità possibile di effetti collaterali).
Quali sono le patologie che rischia di sviluppare chi è obeso o sovrappeso?
Va sottolineato che lo scopo ultimo della chirurgia bariatrica non è solo la perdita di peso, ma piuttosto la diminuzione del rischio che il paziente sviluppi le comorbidità dell’obesità.
In Italia l’eccesso di peso è la seconda causa di morte dopo il fumo. Il maggiore rischio collegato all’obesità è l’esposizione a fattori di rischio per l’apparato cardiovascolare: un peso eccessivo può condurre allo sviluppo di diabete mellito di tipo 2, ipertensione arteriosa, aumento di colesterolo e trigliceridi nel sangue, apnee notturne, tutte insieme o anche singolarmente causa di infarto, ictus ed embolia polmonare.
L’obesità è anche causa di altre gravi malattie, come l’insufficienza respiratoria, e alcuni tipi di tumore (nello specifico quelli che interessano mammella, colon, utero, pancreas e fegato), così come di malattie meno gravi ma invalidanti come l’osteoartrite.
Diversi studi di livello internazionale dimostrano che i pazienti affetti da obesità se sottoposti a chirurgia bariatrica hanno una mortalità più bassa rispetto a pazienti obesi che seguono altre terapie.
Quando ci si può sottoporre all’intervento?
Gli interventi di chirurgia bariatrica sono indicati per la cura dell’obesità di terzo grado (Indice di Massa Corporea o BMI uguale o superiore a 40) oppure di secondo grado (Indice di Massa Corporea o BMI uguale o superiore a 35) in presenza di malattie associate (diabete tipo 2, ipertensione arteriosa, dislipidemia, apnee notturne, pregressa malattia cardiovascolare, osteoartrite invalidante che richieda un importante perdita di peso). In internet si trova facilmente il modo di calcolare il proprio BMI, che in ogni modo si calcola dividendo il peso in chili per la statura in metri elevata al quadrato: per fare un esempio, un soggetto che pesi kg 120 e sia alto m 1,7, avrà un BMI di 41.5 (120 / 1,72 ). A parte il grado di obesità la chirurgia bariatrica è rivolta a soggetti con età compresa fra i 18 e i 65 anni.
Età, grado di obesità e presenza o meno di malattie associate sono dati fondamentali, ma non sufficienti, va sempre valutata la storia clinica di ogni singolo paziente. Fondamentale per decidere di intervenire è la volontà del paziente di collaborare e seguire la terapia nel periodo di follow-up. Per questo la chirurgia bariatrica è controindicata in chi soffre di alcolismo, tossicodipendenza, bulimia nervosa o psicosi scompensata.
La prevenzione
Quando ci si trova in sovrappeso, è importante mettere in atto strategie di prevenzione che impediscano di giungere all’obesità. Fondamentale è correggere il proprio stile di vita seguendo un’alimentazione sana ed equilibrata e svolgendo attività fisica con regolarità.