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Neurologia

Epilessia: gli esami per la diagnosi

22/03/2024

L’epilessia è una condizione neurologica complessa che può influenzare significativamente vari aspetti della vita di un paziente, tra cui il benessere fisico, emotivo e sociale. Essendo una malattia dalle molteplici sfaccettature, con cause e manifestazioni diverse, richiede un’accurata diagnosi per identificare le sue origini specifiche e stabilire il trattamento più appropriato.

Approfondiamo l’argomento con la dottoressa Anna Losurdo, neurologa di Humanitas San Pio X.

Che cos’è l’epilessia?

L’epilessia è una condizione neurologica più diffusa di quanto comunemente si creda. In Italia, si stima che circa lo 0,5-1% della popolazione soffra di crisi epilettiche e abbia ricevuto una diagnosi di epilessia. L’incidenza dell’epilessia mostra un picco sia nell’età pediatrica che dopo i 65 anni, soprattutto in presenza di fattori predisponenti come la familiarità o cause esterne come l’astinenza o l’abuso di psicofarmaci, l’etilismo, disturbi del metabolismo o squilibri elettrolitici.

Esistono diverse forme di epilessia che tendono a manifestarsi in specifiche fasce di età. Ad esempio, le forme di epilessia generalizzata idiopatica o congenita emergono tipicamente in età infantile. Al contrario, l’epilessia parziale secondaria, causata da lesioni o patologie cerebrovascolari e neurodegenerative come ischemie, emorragie, tumori o cicatrici post-traumatiche o chirurgiche, è più comune negli anziani. I sintomi di quest’ultima dipendono dall’area cerebrale interessata.

In alcuni casi, un attacco epilettico può essere scatenato da fattori esterni predisponenti, definendo così una crisi sintomatica acuta. In queste situazioni, la terapia si concentra principalmente sull’eliminazione del fattore scatenante.

Diagnosi di epilessia: quali esami servono?

In caso di crisi epilettiche, è essenziale procedere con una diagnosi accurata per determinare la necessità e il tipo di trattamento. Nella maggior parte dei casi, il trattamento per l’epilessia comporta l’assunzione di farmaci specifici. La diagnosi di epilessia richiede un’attenta valutazione neurologica che include l’anamnesi del paziente, ovvero la raccolta di informazioni cliniche e dei sintomi riferiti dal paziente, oltre a esami diagnostici avanzati. Questi esami comprendono l’elettroencefalogramma (EEG), spesso con privazione del sonno, la polisonnografia con EEG, e l’imaging come la risonanza magnetica (RM) dell’encefalo. Questi strumenti diagnostici sono cruciali per confermare la diagnosi di epilessia.

L’EEG con privazione del sonno è una tecnica diagnostica che registra l’attività elettrica cerebrale in un paziente che è stato privato del sonno la notte precedente. Questa privazione è un fattore che può facilitare la comparsa di crisi epilettiche in individui predisposti alla malattia. Il sonno coinvolge diversi stadi di attività elettrica cerebrale, e la mancanza di sonno induce cambiamenti significativi in questa attività, che possono essere rilevati tramite l’EEG.

Durante la privazione del sonno, si osserva generalmente un incremento dell’attività delle onde lente e theta nel cervello. Al contrario, la frequenza delle onde alfa e beta, tipiche durante la veglia, tende a diminuire. L’EEG con privazione del sonno è particolarmente utile per provocare scariche epilettiche, il che può aiutare a localizzare con precisione il focus epilettico nel cervello.

La Polisonnografia con EEG è un esame che integra diverse misurazioni per ottenere un quadro completo dell’attività del paziente durante il sonno. Questo esame include l’EEG, che registra l’attività elettrica del cervello, e la polisonnografia, che monitora vari parametri come la respirazione, la frequenza cardiaca, i movimenti oculari e il tono muscolare. Questa combinazione fornisce informazioni preziose per l’analisi delle condizioni neurologiche durante il sonno.

La Risonanza Magnetica (RM) dell’encefalo è cruciale per identificare o escludere la presenza di patologie cerebrali o lesioni strutturali che potrebbero essere all’origine dell’epilessia. Tuttavia, è possibile che in alcuni casi la RM non rilevi alcuna lesione strutturale evidente, pur in presenza di crisi epilettiche nel paziente. In queste situazioni si parla di epilessia focale o generalizzata criptogenica.

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