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Neurologia

Elettroencefalogramma in privazione di sonno: a cosa serve e come funziona l’esame

15/11/2023

Durante il sonno, il cervello umano si impegna in diverse attività, ma è altresì possibile individuare eventuali irregolarità nella sua attività elettrica che possono contribuire a disturbi specifici. Uno dei test in grado di rilevare queste irregolarità è l’elettroencefalogramma (EEG) effettuato in condizioni di privazione del sonno.

Approfondiamo l’argomento con la dottoressa Anna Losurdo, neurologa di Humanitas San Pio X.

Che cos’è l’Elettroencefalogramma in privazione di sonno?

L’elettroencefalogramma (EEG) con privazione del sonno è un esame non invasivo finalizzato alla registrazione dell’attività elettrica cerebrale. Questo test viene condotto dopo che il paziente ha trascorso una notte senza sonno prima dell’esame, al fine di identificare eventuali anomalie elettroencefalografiche. La procedura dell’EEG con privazione del sonno è simile a quella dell’EEG standard, in cui vengono posizionati elettrodi di superficie sulla testa del paziente per registrare l’attività cerebrale.

L’esame inizia con il paziente sdraiato su un lettino e riceve istruzioni per rilassarsi e cercare di addormentarsi. Gli elettrodi registrano le variazioni delle onde elettriche cerebrali durante diverse fasi, tra cui la veglia, il sonno leggero e il sonno profondo. La registrazione continua per circa 30 minuti durante il sonno e per circa 10 minuti dopo il risveglio, consentendo così di analizzare anche le differenze nell’attività cerebrale rispetto al periodo di veglia precedente al sonno.

Perché non bisogna dormire prima dell’esame?

L’attività elettrica del cervello che si registra dopo la riduzione o la completa abolizione del sonno fisiologico, prevista la notte prima dell’esame, consente di aumentare la probabilità che, durante l’esecuzione dell’elettroencefalogramma (EEG), la persona si addormenti. Il fatto di addormentarsi naturalmente durante l’esame favorisce la registrazione degli impulsi elettrici cerebrali durante le diverse fasi della veglia e del sonno.

Durante queste fasi, è possibile rilevare le variazioni nell’attività elettroencefalografica, soprattutto durante il sonno, che possono evidenziare anomalie associate principalmente all’epilessia. In condizioni normali, il cervello in stato di veglia mostra un’attività elettrica caratterizzata da onde con un ritmo di 8-13 cicli al secondo, noto come ritmo Alpha. Tuttavia, in presenza di alcune patologie neurologiche, questo ritmo può subire alterazioni.

Come prepararsi all’EEG in privazione di sonno

L’esame di elettroencefalogramma (EEG) con privazione del sonno richiede che il paziente segua alcune indicazioni specifiche prima della procedura, come non dormire per alcune ore nel giorno e notte precedenti l’esame. Al momento della prenotazione dell’esame, al paziente vengono fornite istruzioni dettagliate per garantire la corretta esecuzione dell’EEG in rivazione del sonno.

Per prepararsi adeguatamente, il paziente deve evitare di dormire nel pomeriggio del giorno precedente all’esame e limitare il sonno notturno a non più di 3 ore, con il risveglio entro le 3 del mattino. È importante astenersi dall’assumere caffè, tè, superalcolici o altre sostanze stimolanti che potrebbero interferire con la veglia, mentre è consentito mangiare e assumere la terapia abituale a meno che il medico non dia indicazioni diverse.

Per quanto riguarda l’applicazione degli elettrodi bisogna ricordarsi di lavare i capelli ma di non applicare schiume, lacca, gel o altri prodotti; un abbigliamento comodo, poi, renderà l’addormentamento durante l’esame più facile. 

Data la privazione del sonno necessaria per l’esecuzione dell’EEG, è altamente raccomandabile farsi accompagnare, poiché prima e dopo l’esame si potrebbe avvertire una maggiore propensione ad addormentarsi, aumentando il rischio per la propria sicurezza e quella degli altri.

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