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E se fosse antrace?

13/11/2001

A chi tocca esaminare un prodotto sospetto e quindi confermare o smentire un’ipotesi di attacco biologico? Naturalmente ai laboratori di analisi. Ma come si identifica il bacillo anthracis? Quali sono le procedure che gli esperti devono seguire? Il dott. Vittorio Grazioli spiega quale deve essere in un moderno laboratorio l’iter dell’accertamento, dall’individuazione del bacillo alla verifica di eventuali resistenze agli antibiotici per aiutare a circoscrivere il più possibile il problema.

Il ruolo del laboratorio
“Qualunque laboratorio dotato di una sezione di microbiologia di secondo livello – spiega il dottor Grazioli – è in grado di rilevare in tempi brevi l’eventuale presenza del bacillo anthracis. Nei primissimi momenti successivi la diffusione del micro-organismo, la concentrazione del batterio è ancora bassa e non si hanno ancora manifestazioni evidenti della malattia: è proprio in questa fase che il ruolo laboratorio assume più importanza, dovendo individuare i micro-organismi prima ancora che i sintomi siano manifesti.

Fase 1
“ In questa prima fase di potenziale esposizione – prosegue il dottor Grazioli – il laboratorio deve essere in grado di isolare e identificare il bacillus anthracis. Per la ricerca del bacillo vengono utilizzati tamponi (bastoncini simili al cotton fioc) per prelevare materiale dal naso, dalla gola, dal volto (specialmente dalle parti ricoperte da peli). I campionamenti vengono eseguiti in duplicato. Un tampone viene immerso in un terreno di trasporto, dove si trovano sostanze che mantengono vivo il bacillo. L’altro tampone, invece, viene utilizzato per un’indagine microscopica immediata”.

Tampone a secco
“Il tampone a secco viene strisciato su un vetrino – spiega Grazioli – che viene fissato e colorato secondo gram. Se presente, il bacillus anthracis appare come un bastoncino (bacillo) voluminoso gram positivo. Il bacillus anthracis forma spesso catenelle ed i bacilli possono presentare al loro interno delle zone incolori di forma ovoidale (le spore)”.

Tampone in terreno di trasporto
“Il tampone conservato in terreno di trasporto – parla il dott. Grazioli – una volta arrivato in laboratorio viene utilizzato per le cosiddette semine su idonei terreni di coltura (agar sangue e Mac Conkey). Il bacillus anthracis cresce rigogliosamente in agar sangue a 35 °C nell’arco di 24 ore , formando tipiche colonie bianche, tenaci e dotate di margini irregolari, senza emolisi del terreno. (vedi fig.2). Successivamente viene prelevato un campione di queste colonie e viene eseguita la colorazione di gram , come per il tampone a secco. Dopo aver verificato che queste colonie contengano il bacillo sospetto, si procede con un’indagine ulteriore di tipo biochimico e/o biomolecolare”.

Ulteriori indagini
“Fermo restando che le colonie sospette dovrebbero essere inviate immediatamente ai centri di riferimento – continua Grazioli – le indagini di tipo biochimico si possono eseguire nell’arco di 24 ore. I bacilli vengono messi a contatto con una serie di substrati, ossia di sostanze chimiche. Il bacillo modificherà le sostanze chimiche in maniera caratteristica, e a seconda dell’esito delle varie reazioni si è in grado di verificarne l’identità. L’altro tipo di indagine è di tipo biomolecolare. Si preleva un campione di una colonia sospetta e si verifica, per mezzo di una specifica tecnica detta pcr, la presenza di dna del bacillus anthracis. Questo tipo di indagine e’ alla portata di molti laboratori e richiede un tempo variabile da 1 a 4 ore circa”.

Controllo antibiotico
“Una volta confermata l’identità del bacillus anthracis si possono eseguire antibiogrammi – afferma il dott. Grazioli. Si tratta di un esame specifico nel corso del quale si mettono le colonie di batteri in contatto con dischetti imbevuti di antibiotici per vedere quali di questi siano in grado di impedire la crescita dei microrganismi. normalmente, il bacillus anthracis è sensibile alla tetraciclina ed alla ciprofloxacina. In caso vi siano bacilli manipolati in modo da risultare resistenti a qualche antibiotico, grazie all’antibiogramma si può verificare in vitro quale antibiotico sarà efficace”.

Come il bacillo può essere modificato
“Il bacillo può essere modificato sia dal punto di vista fisico, sia dal punto di vista genetico. Le modifiche fisiche – asserisce il dott. Grazioli – vengono effettuate per rendere più facile la sua diffusione ambientale, quelle genetiche invece vengono introdotte per renderlo resistente ad alcuni antibiotici. L’obiettivo di chi manipola i batteri è quello di provocare un ritardo nell’intervento, ossia nel ritardare le cure. Sino ad oggi il ceppo di antrace protagonista degli attacchi negli Usa è sensibile alla ciprofloxacina”.

Controllo dell’aria
“In caso di sospetto di contaminazione ambientale – conclude il dottor Grazioli – puo’ essere eseguito un campionamento dell’aria per mezzo di apparecchi specifici per il monitoraggio della carica microbica negli ambienti sterili, come le sale operatorie. Queste macchine aspirano e filtrano una quantità predeterminata di aria (es. 1 metro cubo), ed i filtri vengono posti in contatto con i terreni di coltura procedendo come per il tampone. Possono essere inoltre eseguiti tamponi delle superfici. Ciò è utile nei casi di sospetto di inquinamento ambientale”.

A cura di Lucia Giaculli

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