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Hockey su prato, sport e passione

29/10/2012

Un prato sintetico, scarpette ai piedi e bastone in carbonio tra le mani: ecco alcuni degli ingredienti dell’hockey su prato, disciplina poco nota in Italia, ma molto diffusa a livello internazionale. Si pensi che la Federazione Internazionale di Hockey oggi conta 127 Paesi membri ed è uno Sport olimpico.

Uno sport antico in cui occorrono gambe, fiato e tecnica e in cui il rispetto delle regole e degli avversari è imprescindibile. Ci accompagna alla scoperta del mondo dell’hockey su prato il dottor Ramon Cavallin, fisioterapista della Nazionale Italiana Maschile di hockey su prato e dell’Istituto Clinico Humanitas.

Come nasce la sua passione per l’hockey su prato?

«A Cernusco sul Naviglio, dove abito, si allena e gioca la A.S.D. Hockey Cernusco, società fondata nel 1967 e presente in A1 con la prima squadra maschile e in A2 con la prima squadra femminile. Ho seguito la Nazionale Under 21 durante i Campionati Europei Pool B e dopo aver concluso il master in Fisioterapia applicata allo Sport presso l’Università degli Studi di Siena, l’allenatore della nazionale assoluta, Gianluca Cirilli, mi ha chiesto la disponibilità a far parte del suo Staff per il Round 1 della World League svoltosi a Lousada (Portogallo). In Italia l’hockey su prato ha poca visibilità rispetto ad altri sport, diversamente da quanto accade in altri Paesi europei e oltreoceano».

Quali sono le caratteristiche di questo sport?

«La preparazione fisica è fondamentale: gli atleti giocano su un campo di 91,40 x 55 metri. Durante una partita di medio alto livello corrono per circa 7 chilometri, con continue accelerazioni/decelerazioni e cambi di direzione. A questo si aggiungono abilità tecniche e tattiche specifiche. L’hockey su prato è molto rigoroso, è uno sport “da gentiluomini”: il rispetto degli avversari e delle regole è prioritario, anche per ridurre il rischio di infortuni. C’è molta “severità”, chi sbaglia, con la bocca o con il bastone, rischia dai 2 minuti ai 5-10 minuti di espulsione temporanea, ma questo aiuta a crescere fin da piccoli prestando attenzione agli altri e alle regole di gioco. Altrettanto importante è il rispetto della propria posizione in campo e la coordinazione con i compagni, sia durante le azioni d’attacco, sia di difesa: si gioca in 11, da soli si fa poca strada!».

Quali infortuni vede più frequentemente sul campo?

«Durante i tornei si gioca quasi tutti i giorni (due tempi da 35 minuti), c’è poco tempo per recuperare e pertanto gli atleti soffrono tendenzialmente di sovraccarichi muscolo-tendinei a livello degli adduttori, degli ischio-crurali, del retto dell’addome, del gastrocnemio e della muscolatura dorso-lombare. Possono verificarsi anche lesioni acute muscolari o distorsioni articolari e lesioni riconducibili a traumi diretti col bastone o la pallina, anche se in questo sport un giocatore non può ostacolare un avversario con il corpo o il bastone e sono obbligatori i parastinchi».

La preparazione atletica

Il dottor Stefano Respizzi, Responsabile del dipartimento di riabilitazione e recupero funzionale dell’Istituto clinico Humanitas, ribadisce come l’hockey su prato sia un’attività abbastanza intensa e richieda una buona preparazione aerobica così da poter giocare l’intera partita senza deficit. Dato il gesto specifico, è anche importante la qualità tecnica.

I rischi e i benefici

In questo sport è coinvolto tutto il corpo con un impegno degli arti superiori e degli arti inferiori. Le lesioni più comuni che possono occorrere sono le distorsioni alla caviglia o al ginocchio e quelle alla spalla, coinvolta fortemente nella gestualità di gioco.

L’hockey su prato è uno sport di squadra e dunque il primo beneficio deriva proprio dal giocare con altri compagni e non da soli: questo è importante da un punto di vista psicologico e cerebrale. Da un punto di vista più fisico invece, si tratta di uno sport completo che coinvolge gli arti e stimola l’attività cardiovascolare.

A cura di Valeria Leone

 

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