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Non di solo calcio vive l’italiano

03/05/2011

Rispetto a qualche anno fa diminuiscono i sedentari e i nuovi sportivi scelgono pugilato, pallavolo, basket e tennis.

Italiani non più pigroni, ma sportivi, con un milione e 200mila sedentari in meno rispetto al 2009 e una crescita dell’attività sportiva pari al 3%. Complici probabilmente anche i “campioni azzurri” e le medaglie alle Olimpiadi, che hanno fatto da traino. Lo dice la ricerca “I numeri dello sport italiano – La pratica sportiva attraverso i dati Coni e Istat” presentata al Salone d’Onore del Comitato Nazionale Olimpico. Per la prima volta i sedentari sono passati dal 40,6 al 38,3%. Cresce sia il numero di chi pratica attività sportiva in modo continuativo (22,8%) sia di chi, comunque, svolge una qualche attività fisica (28,2%), mentre rimane stabile il dato su quella saltuaria (10,2%). Bene, in particolare, i bambini dai 6 ai 10 anni. Tra le preferenze rimane in vetta il calcio, ma è boom anche per il pugilato con il 40% di tesserati in più. Seguono la pallavolo, il basket, il tennis. Fuori dalla top ten, invece, il nuoto. Ma è proprio così? Ne parliamo con Stefano Aglieri, Responsabile dell’Unità Operativa di Riabilitazione Cardio-respiratoria, e con Piero Volpi, responsabile dell’Unità Operativa di Ortopedia del Ginocchio e Traumatologia dello Sport, entrambi in Humanitas.

Dottor Volpi, il dato è davvero positivo?
“Il dato è più che positivo per due motivi. Il primo è che vi è un incremento dell’attività sportiva non solo degli adolescenti, ma anche degli over 45 e, soprattutto, delle donne che fino a 20-25 anni fa svolgevano sport in rapporto 1 a 10 sugli uomini mentre oggi siamo a 3-5 donne su 10 uomini. E praticare sport significa prestare attenzione al proprio benessere. Il secondo motivo è che il dato Coni-Istat si riferisce solo ai tesserati, ma, a mio parere, esiste un ‘sommerso’ che lo rende ancora più eclatante. Mancano, infatti, nell’elenco, almeno quattro attività sportive che non richiedono un tesseramento e che, quindi, sfuggono ai dati, come bicicletta, sci, nuoto e corsa. Possono essere svolte da chiunque, in età più o meno giovane, senza necessità di attrezzature o condizioni particolari (a parte lo sci). Come dire, inoltre, che lo sport è alla portata di tutti. Ma c’è un contro: deve essere svolto con attenzione e mai preso alla leggera”.

Quali sono i suoi consigli per svolgere sport in modo salutare?
“Fondamentalmente sono tre: si devono sempre riconoscere i propri limiti, serve allenamento (non praticare attività sportiva solo la domenica, per esempio) e si deve avere il benestare del proprio medico per escludere eventuali controindicazioni”.

Ma i traumi sono in aumento? Serve maggiore responsabilità?
“Sì, perché l’incremento dell’attività sportiva porta necessariamente a un aumento del rischio di traumi e perché ancora troppa gente li sottovaluta. Non si può non allenarsi per l’intera settimana e la domenica andare a sciare scendendo dalle piste ad alta velocità. I traumi sono in agguato. Anche lo sport deve essere svolto responsabilmente”.

Dottor Aglieri, calcio e pugilato sono in vetta alla top ten delle preferenze: cosa ne pensa in relazione alla salute?
“Per quanto riguarda la preferenza del calcio, mi sarei stupito del contrario. E’ lo sport nazionale. Il pugilato, invece, è una new entry che sorprende perché negli ultimi anni non era così popolare e sicuramente non è così facile da praticare dato che è uno sport molto impegnativo e di contatto. Dal punto di vista della salute, in assenza di patologie cardiovascolari (quindi, in ambito di ‘prevenzione primaria’), possiamo affermare, comunque, che qualsiasi tipo di movimento e attività sportiva va bene a patto che sia praticato con continuità. Sicuramente alcune sono più efficaci perché sfruttano i meccanismi più allenanti del sistema cardiovascolare come la corsa, il nuoto, la marcia veloce, sci di fondo, canottaggio. Lo sforzo non è massimale ed è continuativo nel tempo. Al contrario, discipline come il calcio, il tennis e il pugilato richiedono un picco massimale di alcuni secondi o minuti. Si pensi al calciatore che deve scattare o al pugile che deve attaccare ripetutamente con colpi serrati. Ma l’importante è muoversi”.

L’attività sportiva tra gli adolescenti è in crescita: quale consiglia in particolare?
“E’ un fattore estremamente positivo che gli adolescenti si avvicinino allo sport perché, oltre al benessere fisico, una formazione sportiva seria e una scuola che insegni la pratica leale formano il carattere e favoriscono la crescita psicologica e la socializzazione svolgendo un ruolo fortemente educativo. E’ importante, però, che gli adolescenti, così come, soprattutto, i più piccoli, possano scegliere di praticare quello che preferiscono senza imposizioni, perché ciò che conta di più, secondo il mio punto di vista, è il fatto che desiderino praticare uno sport a scopo ludico e senza forzature. Ci sarà tempo in seguito per la selezione e la scoperta dei talenti”.

A cura di Lucrezia Zaccaria

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