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Calcio e calcetto, i consigli dei professionisti

11/04/2007

Il XVI Congresso Internazionale di Riabilitazione Sportiva e Traumatologia, in programma il 14 e 15 aprile presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Milano e promosso dall’Education & Research Department Isokinetic, ha lo scopo di fare il punto sulle tecniche riabilitative oggi a disposizione e volte al recupero funzionale di quanti praticano il gioco del calcio da professionisti o da amatori.
Oggi il costo sociale degli infortuni nello sport professionistico è assai elevato ed i temi di dibattito legati alla salute, alla prevenzione ed alla riabilitazione di quanti giocano a calcio per diletto o per professione (giovani, donne, amatori, dilettanti e professionisti) sono di pressante attualità.

La sempre maggiore diffusione dei campi da gioco sintetici, la modifica dei palloni e delle scarpe, le esigenze di spettacolarità dettate dagli sponsor televisivi hanno comportato considerevoli cambiamenti nel tipo di gioco e nelle modalità di allenamento, con conseguente modificazione dell’incidenza e della tipologia degli infortuni, ed evidenti effetti anche sulle tecniche riabilitative. In particolare, Muller Wolfard (medico del Bayern di Monaco e della Nazionale Tedesca) utilizza infiltrazioni con farmaci omeopatici per accelerare la guarigione delle lesioni muscolari; Roberto Sassi (preparatore atletico della Sampdoria Calcio) previene la pubalgia controllando scrupolosamente gli esercizi da fare in allenamento ed eseguendo un numero predeterminato e mai eccessivo di tiri in porta; o ancora Bert Mandelbaum (responsabile medico della Nazionale Calcio USA) è famoso per aver proposto con successo un programma di prevenzione delle lesioni del legamento crociato anteriore.

“Negli ultimi anni sono diminuiti gli infortuni tra i calciatori professionisti, nonostante l’aumento delle partite – spiega il dott. Stefano Respizzi, presidente del Congresso e responsabile del Dipartimento di Riabilitazione e Recupero Funzionale di Humanitas –. Questo perché è aumentata l’attenzione alla prevenzione dell’infortunio, in particolare con allenamenti che privilegiano la preparazione atletica del calciatore rispetto alla pratica del ‘colpo di classe’. Gli ultimi studi della Commissione medica dell’UEFA, che verranno presentati al Congresso, sono la dimostrazione indiretta che una buona preparazione fisica limiti i danni muscolari”.

Ma lo stesso vale anche per gli amatori, per chi gioca a calcetto solo per hobby? “Certamente. Sarebbe bene arrivare al campo 30 minuti prima e fare un perfetto riscaldamento con stretching. Ma l’importante è non farsi ingannare dal proprio corpo e riconoscerne i limiti, anche in base alla propria età: capire in cosa si è carenti dal punto di vista fisico e fare una preparazione specifica può ridurre notevolmente il rischio di infortuni. Per valutare attentamente il proprio stato di forma è necessario un test isocinetico (per verificare la forza muscolare) e uno di soglia (per misurare la resistenza fisica); gli esiti porteranno ad un’indicazione per raggiungere il ricondizionamento generale, ovvero esercizi finalizzati alla mobilizzazione articolare, allo sviluppo della forza e all’incremento dell’efficienza e della capacità degli apparati cardiocircolatorio, respiratorio e muscolo-scheletrico”.

Questi temi verranno affrontati durante il congresso dai maggiori esperti mondiali di traumatologia, fisioterapia, ortopedia e prevenzione applicate al gioco del calcio, che con le loro presentazioni stimoleranno il dibattito con il pubblico. Tra loro, insieme al dott. Respizzi, gli attuali medici responsabili della Nazionale Italiana Calcio, Andrea Ferretti e Paolo Zeppilli; Enrico Castellacci, responsabile dell’Area Medica della FIGC e medico “campione del mondo 2006”; Riccardo Minola e Flavio Quaglia, i medici che hanno operato alla spalla Gianluigi Buffon, portiere della Nazionale e campione del mondo; Maurilio Marcacci, il medico che operò Roberto Baggio.

Aprile 2007 – A cura della Redazione

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