Malattie della tiroide: gli effetti in gravidanza

I disturbi della tiroide colpiscono più frequentemente le donne rispetto agli uomini. Le patologie tiroidee possono essere presenti già prima del concepimento oppure possono insorgere nel corso della gravidanza. 

Ne parliamo con la dottoressa Caterina Premoli, endocrinologa e diabetologa di Humanitas San Pio X.

Tiroide: i disturbi più comuni in gravidanza

Il corretto funzionamento della tiroide è cruciale sia per la salute della madre che per quella del feto. Infatti, il feto dipende dagli ormoni tiroidei materni che attraversano la placenta durante il primo trimestre di gravidanza, fino alle 18-20 settimane di gestazione, quando avviene la piena maturazione della ghiandola tiroidea fetale. Gli ormoni tiroidei sono indispensabili per assicurare il corretto sviluppo fetale, in particolar modo per la formazione del sistema nervoso centrale e l’apparato muscolo scheletrico.

Disturbi della tiroide: gli effetti in gravidanza

Ipotiroidismo e tiroidite autoimmune: circa il 2%-3% delle donne in età fertile possono manifestare un ipotiroidismo durante la gravidanza. La causa principale è rappresentata dalla malattia autoimmune della tiroide (tiroidite di Hashimoto). È stato dimostrato che l’ipotiroidismo materno, anche quello subclinico, è associato ad un aumentato rischio di complicazioni nella gravidanza, nonché a effetti dannosi sullo sviluppo neurocognitivo fetale. Pertanto, per garantire adeguati livelli di ormoni tiroidei al feto può diventare necessario avviare una terapia sostitutiva mediante l’assunzione di ormoni tiroidei.

 

Carenza di iodio: lo Iodio è un micronutriente indispensabile per la produzione degli ormoni tiroidei, che svolgono un ruolo cruciale nel metabolismo dell’intero organismo. Durante la gravidanza, il fabbisogno di iodio aumenta fino a 250 mcg al giorno per cui è opportuna in tutte le gravidanze una supplementazione di 150 μg/die di iodio (oltre al normale uso di sale iodato), possibilmente iniziata prima della gravidanza e continuata per tutto l’allattamento.

 

Ipertiroidismo: è una condizione caratterizzata dalla presenza in circolo di quantità eccessive di ormoni tiroidei. L’ipertiroidismo autoimmune colpisce lo 0.2% delle donne in gravidanza e richiede un trattamento specifico. È più frequente, invece, la tireotossicosi gestazionale transitoria, soprattutto nelle gravidanze gemellari. E’ caratterizzata da un eccesso di ormoni tiroidei circolanti dovuta a elevati livelli di betaHCG (un ormone prodotto dalla placenta). Si manifesta nel 5% delle gravidanze ed è  limitata alla prima metà della gestazione che tende a risolversi spontaneamente.

 

Tiroidite post-partum: La tiroidite post-parto è una forma di tiroide autoimmune che si verifica più frequentemente nelle donne nel periodo puerperale, generalmente circa 6 settimane dopo il parto ed entro il primo anno dal parto.  Come gli altri tipi di tiroidite, quella post-partum può presentarsi con una fase tireotossicosica a causa del rilascio di ormoni tiroidei immagazzinati dalla ghiandola, una successiva fase ipotiroidea e generalmente il ripristino di una normale funzione tiroidea entro la fine del primo anno post-partum. L’incidenza globale della tiroidite post-partum è circa dell’8%, Tuttavia, le donne che hanno l’autoimmunità tiroidea hanno un rischio da 5 a 7 volte maggiore di sviluppare una tiroidite post-partum.

 

Noduli tiroidei: I noduli tiroidei sono più comuni nel sesso femminile e nelle aree con carenza di iodio. I noduli possono aumentare in numero e dimensioni per effetto trofico degli estrogeni, soprattutto in zone iodo-carenti. Per valutare le caratteristiche e le dimensioni dei noduli, l’ecografia tiroidea è l’esame diagnostico raccomandato, che può essere eseguito anche durante la gravidanza. In caso di sospetto, l’agoaspirato può essere eseguito per ottenere un campione citologico del nodulo.  

Esami della tiroide: quando farli?

Alla luce delle attuali conoscenze sugli effetti delle disfunzioni tiroidee durante la gravidanza, si consiglia alle donne che stanno pianificando una gravidanza o sono nelle prime fasi di gestazione di sottoporsi a un prelievo ematico per misurare il TSH-r. A seconda dei risultati e su indicazione dell’endocrinologo, potrebbe essere necessario dosare anche gli anticorpi anti Tg e gli anticorpi Anti-TPO, oltre a eseguire un’ecografia tiroidea. Inoltre, le donne che presentano ipotiroidismo diagnosticato prima del concepimento e già in terapia sostitutiva dovranno monitorare il livello di TSH-r ogni 1-2 mesi durante la gravidanza per adeguare la dose di levotiroxina.

 

Redazione Humanitas Salute: