Il consumo di fibre alimentari può prevenire l’obesità, la sindrome metabolica e i disturbi a livello intestinale promuovendo la crescita di batteri “buoni” nel colon. A dirlo è uno studio condotto dalla Georgia State University che abbiamo commentato insieme agli specialisti di Humanitas.
La prevenzione con l’alimentazione
Grazie alle sperimentazioni in laboratorio i ricercatori hanno scoperto che arricchire la dieta con la fibra inulina fermentabile previene la sindrome metabolica indotta da una dieta ricca di grassi e hanno identificato in modo specifico come ciò si verifica nel corpo. La sindrome metabolica è un insieme di condizioni strettamente legate all’obesità che includono aumento della pressione sanguigna, glicemia alta, eccesso di grasso corporeo intorno alla vita e livelli anormali di colesterolo o trigliceridi. Quando queste condizioni si verificano insieme, aumentano il rischio di malattie cardiache, ictus e diabete.
L’effetto dell’inulina sull’uomo è stato valutato in molti studi clinici, in cui si conferma l’azione positiva sul glucosio plasmatico e sul profilo lipidico, effetti che non si osservano con altre fibre, per esempio la cellulosa non fermentabile. Per queste caratteristiche una dieta ricca di fibre solubili e inulina è consigliata in soggetti con sindrome metabolica o a rischio. L’inulina è un prebiotico, una fibra solubile della famiglia dei FOS (frutto-oligosaccaridi). Si trova principalmente in alcuni vegetali: carciofi, radice di topinambur, cipolle, aglio, asparagi, banane, cicoria, tarassaco e alcuni cereali come la segale. Ha un blando effetto lassativo, ma se assunta in alte dosi (>10g/die) può dare dolori addominali, diarrea, meteorismo. Va quindi impiegata con attenzione da quelle persone con una bassa tolleranza alle fibre o che soffrono di sindrome dell’intestino irritabile, sotto lo stretto controllo di un medico specialista.
I risultati sono pubblicati sulla rivista Cell Host & Microbe
L’obesità e la sindrome metabolica sono associate anche ad alterazioni del microbiota intestinale, la popolazione di microrganismi che vive nell’intestino. I cambiamenti nelle abitudini alimentari, in particolare il consumo di alimenti trasformati privi di fibre, influiscono sul microbiota e contribuiscono all’aumento delle malattie infiammatorie croniche, inclusa la sindrome metabolica. Gli studi hanno trovato che una dieta ricca di grassi impoverisce e altera l’equilibrio del microbiota a discapito dei ceppi vantaggiosi. Aumenta così la proliferazione di patogeni e perde unità la barriera intestinale stessa; portando all’infiltrazione, che stimola la risposta infiammatoria. È inoltre stato scoperto dai test eseguiti in laboratorio che l’inulina fermentabile ripristina la salute dell’intestino e protegge contro la sindrome metabolica indotta da una dieta ricca di grassi ripristinando i livelli di microbiota intestinale, aumentando la produzione di cellule epiteliali intestinali e ripristinando l’espressione della proteina interleuchina-22 (IL-22), che ha impedito al microbiota intestinale di invadere le cellule epiteliali.
Un’alimentazione varia e ricca di fibre è sicuramente un fattore molto importante per il mantenimento di un sano, ricco e diversificato microbiota, ma non bisogna dimenticare che altri elementi influiscono sulla salute intestinale, l’uso e abuso di farmaci, lo stress psicofisico, la sedentarietà, ritmi di vita irregolari e frenetici.