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Alimentazione

Intolleranza al lattosio, lo sai che può essere transitoria?

02/05/2018

L’intolleranza al lattosio è transitoria quando l’incapacità di digerire correttamente lo zucchero contenuto nel latte non è genetica, ovvero non dipende dal fatto che l’organismo non è in grado di produrre enzima lattasi a sufficienza. Nei casi in cui si ha l’assenza della lattasi – una forma più rara che si manifesta in genere a partire dal periodo dello svezzamento – i sintomi si presentano già quando il neonato viene nutrito con il latte materno. In tutti gli altri casi, invece, l’intolleranza al lattosio è acquisita o secondaria, e può insorgere a qualunque età per diverse cause come conseguenza di patologie, infiammazioni a carico dell’intestino o di terapie antibiotiche che inibiscono l’attività dell’enzima lattasi.

In questi casi l’intolleranza al lattosio è temporanea, ovvero le fonti di lattosio possono essere reintrodotte gradualmente nell’alimentazione dopo un periodo di eliminazione di 3-6 mesi. L’esame diagnostico più diffuso per accertare un possibile malassorbimento del lattosio (e quindi l’assenza dell’enzima) è il test del respiro o breath test, un esame non invasivo che consiste nell’analisi dell’aria espirata dal soggetto prima e dopo la somministrazione di una dose di lattosio. Nel momento in cui lo zucchero del latte non viene digerito e inizia a fermentare, si ha un’iperproduzione di idrogeno che il test rileva se è presente il malassorbimento. Un test genetico su sangue, invece, può accertare l’eventuale  persistenza o meno dell’enzima lattasi.

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