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Alimentazione

Stipsi idiopatica: dieta, idratazione e attività fisica per ridurre il rischio

21/03/2018

Quando la regolarità intestinale è alterata con una frequenza ridotta dell’emissione di feci si parla di stipsi o stitichezza. La distinzione fondamentale è tra una forma di stipsi primaria o idiopatica e quella secondaria in cui questa condizione si associa all’utilizzo di farmaci o alla presenza di patologie intestinali o neurologiche come ad esempio il Morbo di Parkinson. Nel caso della forma idiopatica, non c’è una causa organica che possa spiegare la scarsa frequenza dell’emissione di feci. È in ogni caso la forma più frequente di stipsi e interessa soprattutto alcune categorie di individui come le donne e gli anziani. Ne parliamo con gli specialisti dell’Unità Operativa di Gastroenterologia di Humanitas.

 

Lo stile di vita conta

La stipsi idiopatica è un disturbo funzionale perché non ci sono anomalie organiche nell’apparato gastrointestinale il cui funzionamento fisiologico è compromesso. Oltre alla riduzione della frequenza delle evacuazioni sono diversi i tratti caratteristici della stipsi. Chi ne è affetto può avere difficoltà a evacuare, oppure può farlo con uno sforzo eccessivo, può emettere feci caprine o dure ovvero può avvertire un senso di incompleta evacuazione.

La stitichezza può essere anche uno dei sintomi tipici della sindrome dell’intestino irritabile.

La correlazione tra questa condizione e lo stile di vita è molto stretta. Ad esempio vi è un legame ben definito con la sedentarietà e con l’alimentazione. Una dieta senza un adeguato apporto di prodotti ricchi di fibre e di acqua non favorisce il transito intestinale. Ecco perché per mantenere una buona funzionalità intestinale è importante garantirsi il giusto apporto di fibre, bere a sufficienza e praticare attività fisica aerobica regolarmente. In questo modo le feci saranno più morbide, il loro passaggio nell’intestino sarà più agevole. È importante anche non reprimere lo stimolo evacuativo.

Vi sono criteri internazionali, codificati, che definiscono la stipsi funzionale quando la defecazione è difficoltosa, saltuaria o incompleta. Altri sintomi come il dolore o gonfiore possono essere presenti, ma non sono quelli predominanti.

Mentre nella stipsi funzionale il sintomo più frequente è la mancanza di stimolo per il rallentamento del transito intestinale, nella sindrome dell’intestino irritabile, alla stipsi, si associano sintomi fastidiosi come il gonfiore e meteorismo. Spesso questi sintomi migliorano se il soggetto riesce ad evacuare.

 

L’importanza delle fibre

Le fibre aiutano sempre il transito intestinale se prese con moderazione e con la giusta quantità di liquidi: Come integratori le fibre funzionano molto bene perché non irritano l’intestino che spesso non tollera un’eccessiva quantità di verdura (soprattutto lattuga). Le fibre poi stimolano la crescita di una flora batterica favorevole e questo contribuisce al benessere della “pancia”. Altri tipi di lassativi, come gli osmotici ed emollienti, vengono invece utilizzati a secondo della tollerabilità ed efficacia individuali.

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