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Alimentazione

Colon irritabile e batteri intestinali, un aiuto dai probiotici

12/02/2017

Probiotici e fibre possono aiutare a risolvere la sindrome del colon irritabile, ma quando vanno assunti? Dipende dai sintomi che accompagnano questa condizione clinica a carico dell’intestino. La sindrome del colon irritabile, infatti, è caratterizzata da alternanza di diarrea e stipsi, oltre a dolore e gonfiore. Se prevale la stipsi si può ricorrere agli integratori a base di fibre insolubili, come l’ispagula, che hanno un blando effetto lassativo. Quando invece primeggia la diarrea, sono più consigliati i probiotici, che aiutano a ripristinare il microbiota intestinale e le sue funzioni.

Il colon irritabile è la conseguenza dell’azione di diversi fattori e si caratterizza per un’alterazione della funzione intestinale. Per colpa di alcuni cibi, dello stress o dell’ansia, ad esempio, l’intestino si muove in modo troppo lento o accelerato, mandando in tilt anche l’equilibrio della flora batterica.

Sedentarietà nemica dell’intestino

Una possibile soluzione è racchiusa nella cosiddetta dieta Fodmap, un acronimo che richiama una categoria di zuccheri che alterano la motilità intestinale perché vengono assorbiti poco. Sono contenuti in molti alimenti e la valutazione dei loro effetti va fatta in due fasi, meglio se sotto controllo medico. Per un paio di settimane occorre bandire dalla tavola i cibi più ricchi di Fodmap come legumi, fruttosio, miele, grano, orzo e segale. Poi vanno di nuovo introdotti uno alla volta, compilando ogni giorno un diario alimentare dove registrare i disturbi intestinali riscontrati. In questo modo, il medico potrà capire quali depennare o ridurre dal menù.

(Per approfondire leggi qui: Sindrome colon irritabile, con la Dieta FodMap di Cinzia Cuneo addio gonfiore)

Diarrea e stipsi possono presentarsi infine anche singolarmente. Nel primo caso questa condizione potrebbe essere la spia di un’intolleranza al lattosio, eventualità più probabile se si ha anche nausea, piccoli dolori e gonfiore addominale quando si manifesta sempre, una o due ore dopo aver consumato latte e derivati come i formaggi freschi. La stipsi invece può nascondere una scarsa assunzione di fibre e liquidi, che danno alle feci la giusta consistenza per transitare ed essere espulse con facilità, o essere condizionata dalla sedentarietà perché l’attività stimola la motilità intestinale.

Le fibre sono il segreto del benessere intestinale

Una regolare assunzione di fibre protegge infatti dal rischio di sviluppare diverticolite, ovvero l’infiammazione dei diverticoli, piccole sacche che si formano lungo le pareti dell’intestino. Occorre consumare almeno 20 g di fibre al giorno: mele, pere, lamponi o prugne secche, cereali come orzo, farro, miglio e grano intero, riso e pasta integrale. Da limitare invece la carne rossa e, se possibile, gli antinfiammatori non steroidei perché sono irritanti.

(Per approfondire leggi qui: Diverticolite, rischi anche da una dieta ricca di carne rossa?)

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