Una tazza di caffè può far bene al cuore e, nelle donne, riduce il rischio di ictus. Ma vale anche per gli uomini? E la tanto criticata caffeina?
Dottoressa Marcheselli, è realistico pensare che il caffè riduce il rischio di ictus?
“Si, lo è. Negli ultimi anni altre ricerche hanno messo in evidenza questa tesi confutando quanto si pensava in passato, e cioè che il caffè provocasse un aumento delle malattie cardiovascolari causando aritmie e alzando la pressione. E’ vero, per esempio, che si assiste ad un aumento della pressione, ma è solo legato al momento in cui si beve, senza effetti a lungo termine. Un altro studio importante, arrivato alle stesse conclusioni nella correlazione tra caffè e ictus, è stato pubblicato lo scorso anno (2010) su Circulation e svolto su donne sane ma con altri fattori di rischio per ischemia cerebrale come il diabete mellito“.
Il caffè è protettivo per il cuore, ma non la caffeina: è corretto?
“Anche questo è corretto nel senso che l’effetto protettivo del caffè non si evidenzia anche per le altre bevande contenenti caffeina. I motivi, infatti, non sono legati a questa sostanza, ma, piuttosto, all’effetto di sensibilizzazione all’insulina (ormone che abbassa i livelli di glucosio nel sangue riducendo il rischio di diabete, uno dei fattori di rischio per ischemia cerebrale), all’effetto antinfiammatorio (si è osservato che l’ictus è correlato a una alterazione dei parametri infiammatori) e al fatto che contiene fenoli (che sono antiossidanti con effetto protettivo dell’endotelio)”.
Ma vale solo per le donne?
“La ricerca è stata eseguita su una coorte composta da donne per valutare l’associazione tra dieta, stile di vita e sviluppo di malattie. Lo stesso discorso per lo studio pubblicato su Circulation. Non vi è, però, una differenza reale legata al genere. Questo significa che lo stesso effetto protettivo del caffè potrebbe valere anche sugli uomini, come, peraltro, indicato da un altro studio effettuato dal gruppo svedese”.
Qual è la quantità corretta?
“La ricerca ha evidenziato il consumo di almeno una tazzina al giorno di caffè inglese, che corrisponde a una-due del nostro caffè italiano. Ma attenzione: inutile voler esagerare e berne in quantità smodate. Lo studio ha preso in considerazione fino a 5 caffè al giorno dimostrando che i benefici rimangono gli stessi di una-due tazzine, quindi non aumentano abbondando con le quantità”.
A cura di Lucrezia Zaccaria