Alcol, si diffonde l’abuso tra i giovani

 Che cosa rappresenta il consumo di bevande alcoliche nella nostra società? Qual è la situazione in Italia? La parole all’esperto.

Secondo una indagine dell’Istituto superiore di sanità, il 67 per cento dei ragazzi sotto i 16 anni eccede nel bere, consumando in media quattro bicchieri a serata. Il dott. Maurizio Tommasini, responsabile dell’Unità Operativa di Medicina Generale ed Epatologia di Humanitas, spiega gli effetti dannosi dell’abuso di alcol.

L’abuso alcolico nel bevitore conviviale
“Se è vero che l’alcol – spiega il dott. Maurizio Tommasini – non è una sostanza che vada di per sé criminalizzata, in quanto bere una modica quantità di bevande alcoliche è senza dubbio piacevole, è altrettanto vero che esistono però dei problemi legati all’assunzione di alcol e che dipendono da fattori quali il sesso, patologie concomitanti, l’età, il tipo di struttura fisica e non ultima la quantità di alcol ingerita. E’ importante capire che abusare di bevande alcoliche non significa ubriacarsi e che il vero problema dell’abuso alcolico o del cattivo uso dell’alcol lo si riscontra nel bevitore conviviale. E’ questo il punto critico da affrontare, in quanto nella nostra società l’attività economica legata alla produzione, distribuzione, pubblicità, vendita e consumo di bevande alcoliche è estremamente ampia. Basta accendere la televisione per constatare quanto al consumo di alcol venga legata l’immagine di gioventù, benessere e successo. Ne discende la tendenza a minimizzare ovunque quelli che sono i danni che un abuso alcolico può causare e a non affrontare il problema soprattutto in termini di educazione dei giovani. E’ proprio in età giovanile che deve essere portata avanti una adeguata educazione al bere e al mangiare correttamente: solo da un’azione mirata e chiara in questo senso può discendere un sano consumo di bevande alcoliche”.

L’importanza sociale del consumo di alcol
“Nel nostro Paese, tra l’altro grande produttore di vino e quindi particolarmente sensibile agli aspetti citati in precedenza, esiste l’importanza ‘sociale’ del consumo di alcol, un aspetto certamente non secondario. Un bicchiere di vino a tavola rappresenta un momento di aggregazione importante: chi non beve o chi beve meno non si sente parte del gruppo. Questo aspetto è particolarmente forte tra i giovani, che iniziano a consumare alcol molto presto, intorno ai 12 anni, quando per la prima volta vanno in pizzeria con gli amici, senza i genitori. L’iniziazione all’età adulta che un tempo era rappresentata dal fumare una sigaretta, adesso si è trasformata nel bere una birra.
Da non trascurare poi è il ruolo dei modelli che vengono proposti, nei film e nelle pubblicità: tutto è volto a spingere il consumo di bevande alcoliche. Sempre più diffusa è inoltre l’informazione, in parte vera, che l’alcol possa fare bene per qualcosa, ad esempio che un bicchiere di vino rosso sia quasi un toccasana per il cuore. Può essere vero che l’alcol può aiutare certi processi dell’organismo, ma è senz’altro meglio ricorrere a medicinali di comprovata efficacia e lasciare all’alcol il suo ruolo di apportatore di benessere, se assunto in modo sano e in modica quantità, senza eccessi dannosi”.

La situazione italiana
“Un altro aspetto molto importante nella società italiana è rappresentato dalla tradizione: in questo senso si assiste a differenze significative nelle diverse regioni, ad esempio in Veneto e in Friuli è presente una radicata tradizione a bere del buon vino rispetto ad altre zone (in queste regioni, tra l’altro, la patologia da alcol è più diffusa).
In Italia l’abuso alcolico ha avuto un grande incremento dal dopo guerra agli anni Settanta, dopodiché la “cultura dell’alcol” è migliorata e sono stati messi in evidenza i problemi derivanti da un consumo eccessivo di alcol. Si è però abbassata l’età in cui si inizia ad assumere bevande alcoliche e sono aumentate le donne consumatrici di alcol.
Il nostro Paese produce circa un quinto della produzione mondiale di sostanze alcoliche e si situa al secondo posto della classifica mondiale, dopo la Francia. La produzione di vino è di buona qualità e ne costituisce una voce importante, minore è la produzione di birra e di superalcolici. Il 50% di quello che viene prodotto nel nostro Paese viene consumato al suo interno; ai consumi interni nazionali vanno ovviamente aggiunte le importazioni. La quantità di alcol consumata in Italia è quindi notevolmente elevata”.

A cura di Elena Villa

Redazione Humanitas Salute: