Stai leggendo La dieta corretta per i malati di diabete

Alimentazione

La dieta corretta per i malati di diabete

12/03/2004

Diabete e, quindi, glicemia alta: come regolarsi? Cosa mangiare e cosa eliminare dalla dieta? Tutti gli zuccheri sono nocivi? Qual è il ruolo dell’alimentazione nel controllo della glicemia? Sono queste le domande che si pongono coloro che soffrono di questo disturbo e che sono assillati da mille dubbi riguardanti l’alimentazione. Per fare un po’ di chiarezza abbiamo girato le domande ai nutriziosti di Humanitas Gavazzeni.

 

Partiamo dalle distinzioni: diabete di primo e di secondo tipo.

“Le due principali forme di diabete sono il diabete mellito isulino-dipendente, detto di primo tipo, e quello non insulino-dipendente, chiamato di secondo tipo. Il primo tipo è caratterizzato da una totale mancanza di insulina, dovuta a una distruzione di cellule del pancreas, e di solito esordisce in età giovanile. Il secondo tipo, invece, è di solito associato a obesità, insorge in età adulta e comporta un’alterazione nella secrezione di insulina; è anch’esso legato a fattori genetici, ma qui è il sovrappeso ad avere una notevole importanza. Di conseguenza, la terapia di questo secondo tipo di diabete si basa principalmente sulla riduzione del peso e sulla pratica quotidiana di attività fisica, oltre che sul controllo della dieta e sull’eventuale somministrazione di farmaci ipoglicemizzanti orali”.

Chi soffre di diabete, come deve comportarsi a tavola?

“Chi soffre di diabete di tipo 1 deve seguire un’alimentazione adeguata, senza subire restrizioni inopportune. Il paziente insulino-dipendente di solito non è in sovrappeso e, quindi, non necessita di una dieta ipocalorica, ma va valutato attentamente il suo fabbisogno calorico, in base a fattori quali l’età, il sesso, l’attività lavorativa e quella fisica. La composizione di una dieta per il diabetico di tipo 1 e 2 è sostanzialmente uguale a quella di chi non soffre di questa malattia, e cioè deve prevedere 10-15% di proteine, 25-30% di grassi (preferibilmente di origine vegetale) e 55-60% di zuccheri (carboidrati). Anche il vino può essere presente nella dieta del diabetico, tenendo però presente che 1 grammo di alcol fornisce 7 calorie, quindi il vino non deve superare il 6% delle calorie totali quotidiane. Il controllo della quantità di alcol assunta quotidianamente è particolarmente importante nelle persone obese, ipertese o che soffrono di ipertrigliceremia. Un ruolo molto importante è invece svolto dalle fibre vegetali, in particolare quelle idrosolubili, perché ritardano lo svuotamento dello stomaco e riducono i livelli di glucosio e di colesterolo nel sangue”.

Gli zuccheri vanno eliminati?

“Non è necessario, anzi è inopportuno, che chi soffre di diabete, sia del primo che del secondo tipo, si sottoponga a una dieta priva di zuccheri perché la totale assenza di zuccheri favorisce un aumento di quote lipidiche e proteiche, con conseguenti possibili alterazioni a livello renale. E’ importante sottolineare a questo proposito la distinzione tra zuccheri semplici e complessi: i primi forniscono un’immediata disponibilità di energia, gli altri la forniscono più lentamente nel tempo. Sono gli zuccheri complessi (pane, pasta, riso, legumi) a non dovere mancare nell’alimentazione”.

Se ne parla spesso, ma cos’è l’indice glicemico degli alimenti?

“Gli alimenti possono essere classificati in base al loro indice glicemico, cioè l’aumento della glicemia provocato dall’assunzione di un particolare cibo, messo a confronto con l’aumento dato dalla somministrazione di una dose standard di glucosio. Ad esempio, patate e pane bianco hanno un indice glicemico più alto di pane e riso integrale, pasta e legumi. Questo significa che patate e pane bianco provocano un aumento della glicemia dopo il pranzo superiore a quello degli altri alimenti citati. Gli alimenti che hanno indice glicemico più basso sono: lenticchie, fagioli, ceci, latte, mele, arance. Anche il gelato ha un indice glicemico basso, ma essendo ricco di zuccheri semplici deve essere utilizzato con molta cautela.

Come utlizzare i dolcificanti?

“Chi soffre di diabete può fare ricorso a dolcificanti, ma senza esagerare. Il fruttosio, lo xilitolo e il sorbitolo, ad esempio, sono calorici e vanno quindi tenuti in considerazione nel computo totale delle calorie giornaliere; inoltre sia lo xilitolo che il sorbitolo hanno un effetto lassativo. L’aspartame è un ottimo dolcificante, ma è sconsigliato a chi soffre di serie insufficienze epatiche”.

Invece, chi soffre di diabete di secondo tipo, cosa deve mangiare?

“Mentre il paziente insulino-dipendente deve ricorrere alla somministrazione di insulina per controllare la glicemia chi soffre di diabete mellito di secondo tipo può cercare di abbassare il livello della glicemia attraverso una corretta alimentazione. In alcuni casi sarà necessario ricorrere anche alla somministrazione di farmaci ipoglicemizzanti, ma spesso una dieta adeguata può aiutare il paziente a tenere sotto controllo la glicemia. E’ innanzitutto indispensabile che tra un pasto e l’altro non trascorrano troppe ore: gli spuntini sono quindi indispensabili e devono essere assunti frequentemente, almeno a metà mattina e a metà pomeriggio, in certi casi anche dopo cena. Questo è indispensabile per evitare sbalzi della glicemia causati dal digiuno: gli spuntini e i pasti frequenti contribuiscono a mantenerla costante. Il digiuno, infatti, porta a un abbassamento della glicemia e quindi a degli sbalzi dannosi per l’organismo. Gli spuntini possono ad esempio essere a base di frutta, latte, yogurt o pane.
La dieta, inoltre, deve cercare di rispettare il più possibile i gusti del paziente e deve essere varia e appetibile, perché il diabetico in teoria non può mangiare solo poche cose: zucchero e tutto ciò che lo contiene. Si capisce dunque quanto l’alimentazione di chi soffre di diabete possa essere varia, basta prestare attenzione ai dolci veri e propri, che vanno davvero consumati in quantità molto limitate e in via eccezionale. Gli alimenti integrali (pane, pasta, riso, crackers…) sono da preferire, in quanto saziano maggiormente rispetto ai prodotti raffinati e soprattutto perché rallentano l’assorbimento dei carboidrati, tenendo più bassi i valori della glicemia post

A cura di Elena Villa

Articoli che potrebbero interessarti

Non perderti i nostri consigli sulla tua salute

Registrati per la newsletter settimanale di Humanitas Salute e ricevi aggiornamenti su prevenzione, nutrizione, lifestyle e consigli per migliorare il tuo stile di vita