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Benessere

Incontinenza? Sfatiamo i tabù

25/11/2016

La definizione di “malattia silenziosa” ben si addice all’incontinenza urinaria. Si tende, infatti, a vivere questo disturbo, quando si presenta, con una certa vergogna e disagio, mettendo a rischio la propria autostima. I tabù legati a questa malattia sono di certo alimentati dalla convinzione che il problema sia circoscritto al solo “mondo senior” e che non abbia soluzione. Arrendersi all’idea di convivere per sempre con questo fastidio è sbagliato: l’incontinenza urinaria rappresenta, infatti, un problema invalidante che condiziona pesantemente la routine quotidiana, oltre a pesare sulla psiche. Approfondiamo l’argomento con il dottor Gianluigi Taverna, Responsabile dell’Unità Operativa di Urologia di Humanitas Mater Domini.

“L’incontinenza, in particolare quella femminile, riguarda oltre due milioni di italiane: potremmo dire che circa una donna su 4 soffre o ha sofferto di questo disturbo. Dai pochi dati appena citati si comprende come il problema non sia affatto “di nicchia”. Parlarne e far informazione a riguardo può essere estremamente utile per tutte coloro che, vivendo tale condizione, credono di essere un caso circoscritto”.

Dimmi che sintomi hai, ti dirò di che incontinenza soffri

Comunicare tempestivamente al medico i primi sintomi correlati all’incontinenza urinaria (perdite urinarie dopo una risata o un colpo di tosse, impellente necessità di recarsi alla toilette, percepire lo stimolo di urinare al semplice ascolto di acqua che scorre, una minzione dolorosa, ecc.), aiuteranno lo specialista nella diagnosi ed a intraprendere la cura più adatta ed efficace. Si distinguono così:

  • L’incontinenza da sforzo: può consistere nella perdita di elasticità dei muscoli del pavimento pelvico. È comune tra le donne incinte, le neomamme e in età più avanzata. Sia i cambiamenti ormonali, che il peso esercitato dall’utero sulla vescica (senza dimenticare gli sforzi del travaglio), possono indurre fenomeni di incontinenza.
  • L’incontinenza da urgenza: colpisce prevalentemente le donne in menopausa. Vi contribuiscono mutamenti dei livelli di estrogeni nei muscoli addominali che consentono pertanto uno spostamento della vescica. L’incontinenza da urgenza può rappresentare, tuttavia, un sintomo di una malattia vescicale di diversa natura che va comunque sempre indagata con uno specialista.
  • L’incontinenza da rigurgito: interessa principalmente gli uomini affetti da ritenzione cronica misconosciuta d’urina.
  • L’incontinenza post-operatoria: solitamente temporanea, si verifica nell’uomo successivamente ad un intervento chirurgico di rimozione della prostata a causa di una malattia maligna.

Perché soffro di incontinenza?

Le cause che concorrono all’insorgenza dell’incontinenza sono numerose e diverse tra loro: ve ne sono di acute (a breve o lungo termine) e croniche: “Generalmente – precisa lo specialista – gravidanza, parto, menopausa, obesità potrebbero favorire questa condizione, così come stipsi, cistiti frequenti (e altre infezioni alle vie urinarie). Colpevoli possono essere alcuni farmaci e patologie neurologiche, che ostacolano un corretto passaggio di informazioni tra il cervello e la vescica”. Proprio per circoscrivere e identificare l’origine del disturbo è bene rivolgersi ad un urologo che, valutando la storia clinica del paziente (eseguendo quella che in gergo si chiama anamnesi), saprà indicare il trattamento più efficace. Le cure al problema spaziano da semplici esercizi di riabilitazione del pavimento pelvico, all’intervento chirurgico fino alle terapie farmacologiche. “Ogni persona può però attuare un’azione preventiva o contenere il problema (se questo si sia già manifestato), con poche e utili accorgimenti: una dieta ricca di fibre a contrasto della stitichezza, controllo del proprio peso, riduzione del consumo di thè e caffè e stop al fumo”.

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