Ne è trascorso di tempo da quando, nel lontano 1960, venne messa in commercio la prima pillola anticoncezionale a stelle e strisce. Nel corso degli anni si sono susseguite innumerevoli varianti, ma la svolta è arrivata lo scorso anno con l’introduzione sul mercato italiano della pillola a regime esteso. Facciamo il punto con le dottoresse Elena Corradini e Greta Garofalo, ginecologhe di Humanitas Mater Domini.
Pillola estesa, questa sconosciuta
“Questa novità in campo contraccettivo – spiega la dottoressa Corradini – prevede che in un’unica confezione si trovino 91 compresse, di cui 84 con estrogeno e progestinico (Levonorgestrel 150 mcg/Etinilestradiolo 30 mcg) e 7 contenenti solo estrogeno (Etinilestradiolo 10 mcg)”. Proprio questo ultimo componente, assunto in forma esclusiva nella settimana finale del blister, è responsabile del sanguinamento programmato e contribuisce alla riduzione dei sintomi da sospensione ormonale, oltre a garantire il mantenimento della soppressione ovarica”.
Innovativa anche la sua modalità di assunzione: non prevede pause per tre mesi!
I vantaggi della pillola estesa
Nelle donne che hanno assunto questo contraccettivo per un periodo continuativo di 365 giorni, il numero di sanguinamenti da sospensione si è attestato a 4, invece dei 13 tradizionali. Ci sono, però, altri aspetti positivi legati all’assunzione della pillola a regime esteso. Eccone alcuni:
- Il sanguinamento (o spotting) da sospensione o programmato nel corso della monoterapia a base di estrogeno, ha una durata media di soli 3 giorni per ogni ciclo di 91 giorni.
- L’efficacia contraccettiva è invariata rispetto alle pillole tradizionali.
- Il dolore associato alla sindrome premestruale è sensibilmente ridotto, in quanto si induce un unico sanguinamento trimestrale.
- La carenza da ferro, correlata a forme di anemia, trova beneficio proprio grazie a perdite mestruali limitate e circoscritte a pochi giorni.
- Lo spotting inatteso è circoscritto ai primi tempi di assunzione, andando poi scomparendo progressivamente.
“Tutto questo – aggiunge la dottoressa Garofalo – si traduce in una minor limitazione della vita attiva e sportiva delle donne, perché una singola confezione consente la sospensione del ciclo per ben tre mesi, determinando un solo sanguinamento trimestrale”.