La fertilità delle donne è guidata da più fattori, ma adesso uno studio svedese realizzato dai ricercatori dell’Università di Göteborg, e pubblicato su Current Biology, fa luce su uno degli interruttori che guidano la fecondità femminile: il meccanismo di segnalazione si trova nelle cellule della granulosa, uno strato che riveste l’ovocita e che, attivato da alcuni geni, decide quali ovociti sono destinati a maturare e quali a morire. Conoscenza che potrebbe portare a nuove terapie per l’infertilità.
«L’orologio biologico che scandisce i tempi della fertilità esiste – commenta Annamaria Baggiani, Responsabile del Servizio di Infertilità Femminile e PMA di Humanitas Fertility Center – e si chiama riserva ovarica».
Che cos’è la riserva ovarica?
«La riserva ovarica è il patrimonio follicolare – spiega la dottoressa Baggiani – che la donna porta con sé dalla nascita fino alla menopausa. Si tratta, però, di un ‘tesoro’ destinato ad assottigliarsi nel tempo. Basti pensare – prosegue la specialista – che al momento delle prime mestruazioni la riserva conta 1-2 milioni di follicoli. Nella donna adulta, il tasso di consumo di follicoli accelera con l’età che avanza, per cui già solo a 30 anni, nelle ovaie si trova il 12% circa del patrimonio follicolare presente alla nascita. C’è anche un altro fattore che gioca un ruolo nel meccanismo della fertilità: è, infatti, normale che la riserva si riduca con l’avanzare dell’età, ma alla riduzione del numero degli ovociti – spiega la dottoressa Baggiani – si assiste anche a un invecchiamento qualitativo degli ovociti stessi». Si tratta, quindi, di un ulteriore ostacolo al concepimento.
La riserva ovarica si può misurare in qualsiasi fase dell’età. «Si possono effettuare esami del sangue basali, vale a dire in fase mestruale – spiega la specialista –, quali il dosaggio dell’FSH (ormone follicolo stimolante), il dosaggio dell’ormone antimulleriano (AMH che è indipendente dal giorno del ciclo) e un esame ecografico transvaginale effettuato entro il 5° giorno del ciclo mestruale che permette di misurare la volumetria ovarica e contare il numero dei follicoli antrali».