Senza fumo, meno infarti

General practitioner writing down symptoms when talking to patient via telemedicine platform

Il divieto di fumo nei locali e nei luoghi pubblici fa bene al cuore: già dopo un anno dall’introduzione del divieto in un paese, si registra un calo del 17% dei casi di infarto e dopo tre anni del 36%. E’ quanto rivela uno studio pubblicato sulla rivista Circulation da un gruppo di ricercatori dell’Università di San Francisco. I risultati sono il frutto di una analisi di 13 studi compiuti in diversi paesi dove sono state approvate negli ultimi anni leggi anti-fumo con divieti nei locali e nei luoghi pubblici.
“Da anni, in realtà – spiega la dott.ssa Licia Siracusano, referente per il Centro Antifumo di Humanitas e specialista dell’Unità Operativa di Oncologia ed Ematologia, diretta dal dott. Armando Santoro -, numerosi dati scientifici hanno dimostrato la correlazione tra fumo passivo e danni cardiologici, pneumologici, nonché maggiore rischio di sviluppo di neoplasie”.

In Italia
il divieto di fumo nei locali pubblici e negli uffici è entrato in vigore nel gennaio 2005. “Fino a quel momento abbiamo vissuto in una condizione di ‘incoscienza’ – spiega la dott.ssa Siracusano -, subendo fumo passivo nelle case, nei luoghi di lavoro e nei locali”.

I danni da fumo passivo
Ormai numerose ricerche hanno evidenziato i rischi derivanti dal fumo passivo: i dati più aggiornati della American Heart Association nell’indagine ‘Heart Disease and Stroke Statistics 2009 Update’, evidenziano che i non-fumatori esposti al fumo passivo a casa e a lavoro hanno il 25-30% di rischio in più di sviluppare una malattia cardiaca. “Non solo – continua la dott.ssa Siracusano -. I bambini esposti a fumo passivo sono a rischio di asma bronchiale, pneumopatie e morte in culla. Un rischio calcolato pari a circa il 30%. E’ stata evidenziata anche una correlazione tra fumo passivo e fertilità femminile: le donne che sono state esposte al fumo passivo da piccole, quasi sempre a causa di due genitori fumatori, hanno avuto il 26% in più di difficoltà nell’avere un bambino e il 39% di casi in più di aborto spontaneo, anche se da adulte mantengono uno stile di vita integerrimo. Le tossine nel fumo, infatti, sono in grado di danneggiare gli organi della donna in modo permanente, aumentando in maniera esponenziale le possibilità di non riuscire a rimanere incinte, o peggio di avere uno o più aborti spontanei”.

Addio alle sigarette
“Oggi – continua la dott.ssa Siracusano – siamo chiamati a proteggere coloro che, al momento, non sono ancora stati esposti a fumo passivo: i bambini, i nostri figli. Dobbiamo proteggerli anche da tutta la ‘pubblicità occulta’ a favore del fumo e della sigaretta, anche promuovendo programmi di prevenzione e informazione sui rischi legati al fumo”.
Come fare dunque per smettere di fumare? “Si può decidere di smettere di fumare in qualsiasi momento, anche se non è facile: due terzi dei fumatori vorrebbero farlo, ma non riescono. La nicotina infatti crea dipendenza (è considerata dall’OMS una sostanza psicoattiva), superiore a quella di eroina e oppiacei. Per questo molte persone possono trovarsi in difficoltà: smettere di fumare può determinare l’insorgenza di sintomi di astinenza (insonnia, irritabilità, ansia, cefalea e difficoltà di concentrazione).
In questi casi non si deve esitare a chiedere aiuto ad un Centro Antifumo: una struttura in grado di valutare le caratteristiche personali di ogni fumatore (età, numero di sigarette fumate, anni da fumatore, livello motivazionale e tipologia della dipendenza), allo scopo di strutturare un intervento personalizzato e specifico basato su un aiuto competente in grado di chiarire tutti i dubbi e le incertezze, consigliare una terapia farmacologica e offrire un supporto psicologico per imparare ad affrontare i momenti più difficili”.

Il Centro Antifumo di Humanitas
In Humanitas un team di specialisti composto da oncologi, otorinolaringoiatri, pneumologi e psicologi propone un percorso personalizzato per smettere di fumare. Il percorso prevede l’esecuzione della visita otorinolaringoiatra, allo scopo di escludere patologie già in atto. Al termine, viene eseguita una visita completa dallo specialista oncologo, con la misurazione del monossido di carbonio espirato (CO) e la valutazione di due questionari: il primo (test di Fagerstrom) per verificare la dipendenza da nicotina, il secondo per valutare il grado di motivazione ad intraprendere il percorso di disassuefazione dal fumo. Al termine della visita, viene consigliata la terapia più adatta, cui seguono controlli ambulatoriali regolari.
Non solo: “Per aumentare la percentuale di soggetti che abbandonano le sigarette, presso il nostro Centro antifumo – spiega la dott.ssa Siracusano -, in collaborazione con la Unità Operativa di Chirurgia Toracica, partirà a breve un protocollo di prevenzione coordinato dal Ministero della Salute, che propone la somministrazione di vareniclina (farmaco che favorisce la disassuefazione da fumo) e l’inserimento in programmi di screening con TAC spirale a tutti coloro che smetteranno di fumare”.

Per informazioni e prenotazioni: 02.8224.2454
Il centro Antifumo di Humanitas è attivo dal lunedì al venerdì, dalle 15.00 alle 17.00.

Il Centro Antifumo di Humanitas è sostenuto anche da AstraZeneca, azienda che da sempre dedica notevole impegno e attenzione alla corretta informazione scientifica, alla sensibilizzazione delle persone (sia proprio personale, sia pazienti) sul corretto utilizzo dei medicinali, alla “promozione” di uno stile di vita maggiormente rispettoso della nostra salute e del nostro equilibrio interno, al rispetto degli standard ambientali, etici e di responsabilità sociale.

Redazione Humanitas Salute: