La “Promos 2000” di Roma, una società che si occupa di iniziative sociali, ha deciso di fare chiarezza sui foglietti illustrativi dei farmaci ed ha svolto una approfondita indagine su un vasto campione di cittadini (oltre 10 mila) in diverse aree geografiche del nostro Paese, suddivisi tra i due sessi, su diverse fasce di età e di cultura.
Bugiardino, questo sconosciuto
I risultati dell’inchiesta sono davvero singolari e interessanti. La maggior parte degli intervistati non ha alcuna cognizione del termine “bugiardino” col quale ancor oggi é definito il foglietto illustrativo, definizione usata soprattutto dagli “addetti ai lavori”, medici e farmacisti. Di tale termine non si conosce l’esatta etimologia, derivata –si pensa- da indicazioni non troppo veritiere sul farmaco, elaborate dai produttori.
I dati parlano da soli
Ma un dato importante é quello secondo il quale tra il 50 ed il 60 per cento dei cittadini si “astiene” dal leggere il foglietto illustrativo per uno dei seguenti motivi: ne ritiene inutile la lettura per la scarsa chiarezza del testo o per l’uso di una terminologia comprensibile soprattutto ai medici; perché si fida e “confida” nella prescrizione e nelle indicazioni date dal proprio medico; perché, non leggendolo, si “esorcizza” il timore della possibile insorgenza di effetti indesiderati.
Da una analisi più approfondita dei dati, risulta peraltro che la poca chiarezza dei foglietti é considerata tale dal 52 per cento del campione, mentre il 31 per cento afferma che i testi siano “incomprensibili”. Il 33 per cento sostiene che certe indicazioni sulle reazioni avverse generino paura e apprensione, tanto che circa l’8 per cento preferisce non assumere il farmaco o farselo cambiare dal medico curante. Infine il 15 per cento, sia pure “con riluttanza”, si rivolge al proprio medico per chiedere chiarimenti e maggiori notizie sulla possibilità di effetti collaterali.
Interazione: ma è tutto chiaro?
Il termine più incomprensibile, per la quasi totalità del campione, é “interazione”, quando cioè due farmaci diversi vengono presi insieme od un medicinale viene assunto con certi cibi o con alcolici perciò l’effetto potrebbe essere diverso da quello che si avrebbe prendendo il farmaco da solo. Ed alcune di tali “interazioni” possono essere indesiderate e, talvolta, pericolose per la salute. “Interazioni” che si possono verificare anche tra i farmaci “da banco”, non prescritti dal medico curante.
Insomma quello dei foglietti illustrativi é un vero e proprio “rompicapo”, lungi dall’essere risolto. Il “problema” se lo pose, a suo tempo, il ministero della Sanità che dispose la semplificazione dei foglietti illustrativi dei medicinali da “automedicazione” o “da banco”. Ma – precisa il dr. Nello Martini, direttore generale del Ministero della Salute – prima o poi bisognerà pervenire ad una generale semplificazione dei testi dei foglietti illustrativi. Già nel 1997 la Commissione unica del farmaco (CUF) diede alle aziende farmaceutiche alcune linee-guida per far sì che i foglietti illustrativi fossero resi più comprensibili dai pazienti ed alcune aziende lo hanno fatto.
Silvio Garattini, direttore dell’Istituto farmacologico “M. Negri”, precisa che attualmente vi sono due tipi di foglietti illustrativi: quelli più vecchi e quelli più nuovi. In questi ultimi si fa spesso riferimento ai medici, chiamati in causa per varie ragioni, e dunque per rispondere alle domande del paziente il medico deve conoscere bene il contenuto dei foglietti illustrativi e specialmente la scheda tecnica del farmaco. Comunque Garattini esprime l’auspicio che proprio per le finalità divulgative dei foglietti alla loro elaborazione dovrebbero partecipare in modo diretto i rappresentanti dei consumatori, dei medici di base, dei farmacisti per arrivare ad una esaustiva comprensibilità dei testi.
Il prof. Giuseppe Del Barone, presidente della Federazione degli Ordini dei medici, pur ritenendo che i foglietti illustrativi debbano essere semplificati e resi assolutamente chiari, afferma che comunque il paziente ha “diritto” ad avere tutte le informazioni possibili sul farmaco da prendere e deve rivolgersi al proprio medico per avere ogni precisazione e chiarimento sulle interazioni e su eventuali effetti indesiderati. Ed é “dovere” del medico fornirle.
I foglietti illustrativi dei medicinali, detti “bugiardini”, sono dei piccoli manuali di patologia medica ed hanno caratteristiche “terrorrizzanti” per quanto concerne specificamente le interazioni e gli effetti indesiderati. Quale é il suo parere al riguardo?
“I bugiardini sono estremamente complessi nella loro formulazione – asserisce il prof. Del Barone – ed hanno il potere di invogliare i pazienti che si avventurano nella lettura degli effetti indesiderati a non seguire la prescrizione del proprio medico. Anche l’uso dei vocaboli andrebbe rivisto. Ad esempio invece di parlare di posologia, termine chiaro a molti ma non a tutti, sarebbe meglio parlare di modalità di somministrazione. Quindi sono favorevole ad un bugiardino diviso in due parti: una che ricalchi l’attuale struttura informativa, l’altra dedicata ai pazienti dove, in termini estremamente chiari e comprensibili, vengano riportate le indicazioni terapeutiche, le interazioni da evitare e quant’altro. Non bisogna infatti dimenticare che l’interlocutore privilegiato dell’Industria farmaceutica è il medico, perché la terapia è un atto medico e come tale deve essere il sanitario, nell’interesse del malato, a prescriverla e a dosarne i contenuti. Il rischio di una eccessiva “volgarizzazione” è di veder aumentato il fenomeno dell’automedicazione”.
Non sarebbe meglio che tali foglietti riportino una precisa avvertenza IN GRASSETTO che ogni sintomo od effetto indesiderati devono essere tempestivamente segnalati dal paziente al proprio medico curante?
“Credo che alcune specialità farmaceutiche già riportino questa dizione. In ogni caso sarebbe auspicabile una avvertenza di questo tipo, più chiara e leggibile e ciò sia nell’interesse del paziente sia per dare più sostanza al processo di farmacovigilanza”.
Comunque c’è una buona notizia sui foglietti e l’ha data il sottosegretario alla Salute, Cesare Cursi. “Il problema della semplificazione dei foglietti illustrativi dei farmaci esiste da molto tempo e non si é ancora arrivati ad una soluzione per farli realmente capire ai pazienti. Il ministero della Salute ha in programma l’avvio di un progetto in base al quale nelle confezioni farmaceutiche dovranno essere inseriti due diversi tipi di testi o di “avvertenze”: uno per i medici, l’altro destinato ai pazienti. Perché – aggiunge Cursi – molti termini sono oscuri per i cittadini e, spesso, non capire vuol dire curarsi male…”
A cura di Raffaele Bernardini