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Benessere

Farmaci: il lungo cammino per la salute

04/02/2003

Le grandi scoperte di cui spesso arriva notizia dal mondo scientifico riguardano in genere la comprensione di meccanismi biologici o della struttura di una molecola. Meno frequente è l’annuncio di un nuovo farmaco. Perché ciò accade? Quali sono gli ultimi risultati raggiunti e le grandi sfide della ricerca farmaceutica? Occorre un imponente dispendio economico per studiare, saggiare e registrare una molecola nuova. Il lavoro umano è enorme e l’iter burocratico da seguire prima di arrivare alla vendita su larga scala molto lungo. Ma ci sono anche fallimenti, come spiega la dottoressa Maria Fazio, responsabile della farmacia di Humanitas.

Cosa c’è dietro un farmaco
Il tempo che in genere intercorre tra la presentazione della richiesta di sperimentazione e l’approvazione finale del farmaco è, in media, di 8 – 9 anni. Gli organismi che si occupano di registrare un nuovo medicinale sono, negli Stati Uniti, la FDA (Food and Drug Administration) e, in Europa, l’EMEA (Agenzia Europea per i Medicinali). In ambito europeo, una volta che L’EMEA abbia registrato il farmaco, i ministeri dei singoli Paesi recepiscono l’atto, definiscono il prezzo e pubblicano sulla Gazzetta Ufficiale la novità. Ogni nuova molecola viene registrata con un foglietto illustrativo che ne riporta le indicazioni e gli effetti collaterali. Diverso è il brevetto, che riguarda lo sfruttamento commerciale della molecola. È appannaggio della casa produttrice, cui viene concesso da un apposito ufficio per un periodo che attualmente è di 20 anni.

Le fasi della sperimentazione
Una molecola ritenuta interessante viene, inizialmente, sottoposta alla sperimentazione in vitro. Consiste di numerose prove di laboratorio su modelli creati artificialmente dal ricercatore, che tendono ad evidenziarne le caratteristiche funzionali. Successivamente si passa ai test sugli animali, il cui buon esito fa accedere alle fasi successive e assicura, per grandi linee, che non si presentino importanti problemi di tossicità quando si arriva a testare la nuova molecola sull’uomo. Gli animali utilizzati appartengono a più specie, anche se quella di riferimento è rappresentata dal ratto; più raramente si ricorre alla scimmia e al maiale. Il passo successivo è rappresentato dalla sperimentazione effettuata sull’uomo, suddivisa in fase I, II, III e IV. La fase I permette di valutare la sicurezza della nuova molecola, i suoi effetti biologici e farmacologici sull’uomo, e la sua farmacocinetica (assorbimento, distribuzione ed eliminazione). Viene compiuta su individui volontari sani. La fase II è condotta su gruppi di pazienti selezionati e serve a valutare l’efficacia terapeutica della nuova molecola. La fase III viene eseguita su un numero maggiore di pazienti selezionati e serve come ulteriore prova di sicurezza e di efficacia.

La sorveglianza post-marketing
La fase IV inizia quando il nuovo farmaco viene messo in commercio ed è definita “sorveglianza post-marketing”. Ha lo scopo di raccogliere dati sugli effetti negativi o indesiderati e dura, praticamente, per sempre. Essa permette di studiare l’effetto del medicinale su una popolazione molto ampia. Le informazioni vengono raccolte da medici impegnati sul campo e farmacisti. Questi ultimi sono chiamati in causa soprattutto per il monitoraggio del farmaco che non necessita di ricetta, cosiddetto da banco. L’Italia non fa un gran numero di segnalazioni rispetto a quanto avviene in altri paesi, anche se adesso la normativa europea sta spingendo per una maggiore attenzione in proposito. La sorveglianza post-marketing fa emergere anche nuove indicazioni, diverse da quelle per cui il farmaco stesso era stato registrato. Tali effetti positivi inaspettati si rilevano, a livello clinico, soprattutto sui pazienti cronici che si trovano in contatto continuo con una struttura o uno specialista in grado di raccogliere ogni nuovo aspetto della loro salute. È quanto succede, spesso, con gli antitumorali, che vengono registrati per il trattamento di un tumore, e grazie agli studi di fase IV sono valutati anche per altri tipi.

I risultati più recenti
L’ultima grande classe di medicinali, commercializzata recentemente, è rappresentata dagli anticorpi monoclonali che trovano impiego soprattutto nel trattamento dei tumori. Tra essi si trovano, per esempio, il Transtuzumab, utilizzato per alcuni tumori della mammella e il Rituximab, utile in alcune forme leucemiche.
Individuare nuovi farmaci è, comunque, difficile. Molte molecole che sembrano promettenti evidenziano, durante il lungo iter di studio che le riguarda, effetti collaterali imprevisti o troppo pesanti, oppure sull’uomo risultati diversi da quelli ottenuti in vitro o sugli animali, o, comunque, un’efficacia minore di quella auspicata in partenza.

I prossimi traguardi
Tra le grandi sfide che la farmacologia si propone per l’immediato futuro, troviamo certamente la terapia genica, cui sta lavorando un gran numero di scienziati. Essa si propone di individuare il difetto genetico alla base di una malattia e di correggerlo. Un traguardo per il quale occorre ancora del tempo.Questa terapia si propone di curare malattie di origine genetica, tra cui per esempio la talassemia, la fibrosi cistica e alcuni tumori.

Le medicine dei bambini
Nel caso di farmaci ad uso pediatrico è ancora in discussione l’iter di sperimentazione. Questo in considerazione della variabilità legata alle caratteristiche fisiologiche dei giovani organismi, e, in genere, anche per questioni di tipo etico che impediscono l’uso di una molecola di cui ancora non si conoscono esattamente le peculiarità su una vita che si sviluppa. Da un punto di vista legale, inoltre, il bambino non può aderire volontariamente, con cognizione di causa, alla sperimentazione. I farmaci ad uso pediatrico provengono, pertanto, dai farmaci per adulti che vengono dosati adattandone, per così dire, l’uso. Un problema per certi versi simile a quello che si presenta per gli anziani: in entrambe le classi d’età si hanno sistemi enzimatici non completamente efficienti, fatto che può portare a fenomeni di accumulo della molecola con ripercussioni negative. La questione della sperimentazione sui bambini rimane un argomento aperto di grande interesse. Di recente la FDA ha concesso l’autorizzazione all’uso pediatrico degli antidepressivi per adulti, facendo insorgere una parte della comunità scientifica. Il motivo? Troppe le incognite cui si va incontro.

A cura di Giorgia Diana

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