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Benessere

Farmaci fai da te? Sì, ma con le dovute precauzioni

04/03/2002

Spesso, quando si ha il mal di testa, il raffreddore, una piccola ferita o qualche altro disturbo, si tende a curarsi da soli. E’ bene non improvvisarsi medici, e non seguire i suggerimenti di conoscenti e amici, ma rivolgersi a uno specialista. Inizia questa settimana un primo approfondimento della dott.ssa Maria Fazio, responsabile della farmacia di Humanitas, sulle regole minime da seguire per una corretta automedicazione

Ci sono criteri cui ci si deve attenere prima di prendere una medicina?
La regola generale consiste nel non fare mai da soli: prima di assumere una medicina è sempre bene consultare il medico o il farmacista. Sono loro, infatti, gli unici a poter informare il paziente sia dei benefici che degli effetti collaterali che ogni farmaco, in quanto tale, può determinare. Pertanto, è difficile che si conoscano, oltre ai benefici, anche i problemi che le specialità medicinali possono causare. Solo chi soffre di allergie o di altri disturbi particolari è, in genere, informato a riguardo. Perciò è sempre meglio farsi consigliare dal medico o dal farmacista.

Qual è il modo migliore di conservare le medicine?
La corretta conservazione dei farmaci è il presupposto fondamentale perché mantengano la loro efficacia. Bisogna mantenerli in ambiente asciutto e alla giusta temperatura che è indicata sulla confezione. L’uso abbastanza comune di tenerli in frigorifero non sempre risulta corretto, in quanto alcuni principi attivi possono degradarsi alle basse temperature. Sono da evitare anche le temperature troppo alte e, laddove non ne sia specificata una particolare, si deve intendere come ottimale la temperatura ambiente (intorno ai 25°C). Inoltre è meglio conservare la confezione originale della medicina, in quanto fornisce indicazioni fondamentali: tra queste, il numero del lotto. Questo dato è molto importante soprattutto all’interno degli ospedali, perché permette di individuare con esattezza ogni singola partita, rendendo possibile, in caso di necessità, l’eventuale richiamo dal mercato da parte dell’autorità sanitaria .

Sulle confezioni, a proposito della data di scadenza, c’è scritto che è da riferirsi al prodotto integro: cosa significa?
Alcuni principi attivi si alterano a contatto della luce, dell’aria, o vengono contaminati da microrganismi. Per questo motivo è importantissimo verificare l’integrità del prodotto. I blister (le cartine semirigide a scomparti) e le bustine, all’interno della confezione, fanno sì che il farmaco sia conservato in dosi singole. In questo modo, aprire la scatola non significa alterare l’integrità del prodotto, perché questa è garantita dal confezionamento in monodose. Quando si tratta di farmaci non suddivisi, multidose, come per esempio il collirio, il foglietto illustrativo indica le condizioni corrette di conservazione una volta che il prodotto sia stato aperto. Gli sciroppi per bambini sono in polvere e vengono disciolti in acqua per l’utilizzo. La loro durata può essere di sette, dieci, quindici giorni e alcuni devono stare in frigorifero.

Si possono dare consigli per chi viaggia?
Quando si parte è buona norma portarsi dietro qualche farmaco per i disturbi più comuni, come il mal di testa ad esempio. Per prima cosa è bene controllare che le confezioni non si rompano: meglio portarle nel bagaglio a mano e non lasciarle esposte alla luce, al caldo o al freddo eccessivo come può avvenire dentro un bagagliaio.

L’articolo continua sul prossimo numero di Humanitas Salute
A cura di Giorgia Diana

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