Gli occhi dei bimbi, preziosi come perle

Il genitore deve essere il primo osservatore “clinico” del bambino, attento a coglierne gli atteggiamenti che indichino difficoltà visive. Ed è fortemente consigliato far controllare i bimbi di famiglie i cui componenti abbiano deficit visivi. Il dottor Fabrizio Camesasca di Humanitas sottolinea, nella seconda puntata del dossier, che una buona prevenzione permette di curare tutti i disturbi degli occhi e della vista e che per il bimbo le visite oculistiche possono essere vissute come un gioco.

Teniamoli d’occhio
Non sempre i disturbi della vista sono manifesti, soprattutto nei più piccoli che non sono in grado di esprimerli o comprenderli. Infatti lo strabismo si verifica solo nel 50% degli individui con ambliopia in un occhio. Come capire allora quando c’è qualcosa che non va? Prima di tutto bisogna controllare i bimbi nati prematuri o con un basso peso, quelli che hanno avuto problemi di salute subito dopo la nascita o problemi psicomotori. Inoltre la familiarità per strabismo e ambliopia è un fattore di rischio: in caso di precedenti, per esempio la mamma o il papà miopi, bisogna far controllare il proprio piccolo. I genitori devono anche essere attenti a capire se il bambino manifesta affaticamento visivo o se tende a piazzarsi sotto la televisione e non gradisca spostarsi. Ci sono naturalmente altri sintomi che possono indicare deficit visivi, tra i quali le cefalee frequenti, ma possono essere vaghi e comuni ad altri problemi non legati agli occhi; per questo il sistema più valido rimane quello di fare dei controlli a scadenze regolari.

Sport e abitudini
L’attività sportiva in genere, così come altre occupazioni quali la lettura o i lavori d’attenzione, non sembra che abbiano effetti, negativi o positivi, sulle capacità visive del bambino e dell’adolescente. Molto pericolosi si sono rivelati, anche nel caso degli occhi, i fuochi artificiali, che sono in grado di provocare danni serissimi, oltre naturalmente alle attività che possono provocare traumi oculari diretti, come per esempio, quelle con palle di piccole dimensioni.

Prevenzione strumento prezioso
Anche in oculistica i controlli si rivelano uno strumento di primaria importanza, perché permettono di prendere in tempo e risolvere gran parte delle anomalie, se non tutte.
I canalini lacrimali non perfettamente pervi nel neonato, si liberano con massaggi o, più raramente, con piccoli interventi chirurgici. Le congiuntiviti batteriche si curano con terapie antibiotiche locali, e, se si impara a mantenere una buona igiene, non si ripresentano. Le congiuntiviti allergiche si curano con specifici colliri, ed essendo spesso legate al polline, si manifestano soprattutto in primavera, e possono risolversi spontaneamente con la pubertà. Per quanto riguarda i difetti della vista, i controlli regolari e la correzione consentono un recupero dell’occhio ambliope in quasi tutti i casi. L’occhio pigro, la cui capacità visiva viene corretta con lenti, viene costretto a lavorare coprendo con un bendaggio l’occhio sano; il bendaggio si alterna per non far diventare pigro l’altro occhio. In questa fase è molto importante il “lavoro” dei genitori, che hanno l’arduo compito di far mantenere al bambino, il quale non gradisce certo l’occlusione, la benda sull’occhio. La durata dell’occlusione è estremamente variabile e dipende da numerosi fattori, tra cui l’entità del problema iniziale e la risposta del piccolo paziente.

Un simpatico “paziente”
Per l’oculista il rapporto con il bambino non è difficile: se si ha un approccio divertente e orientato al gioco è facile conquistarsi la simpatia del piccolo, e proporgli la visita come una serie di giochi da fare assieme.

A cura di Giorgia Diana

Redazione Humanitas Salute: