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Benessere

Fazio: cautela coi farmaci per chi si deve mettere al volante

09/04/2002

Quando alla guida si prova una improvvisa stanchezza, non sempre la sosta per un momento di riposo può essere sufficiente a recuperare la lucidità necessaria, soprattutto se la causa di tale stato è dovuta all’assunzione di farmaci. Si stima che il numero di incidenti causati da sonno e stanchezza sia tra il 15 e il 40 per cento del totale (fonte ACI). Occorre quindi rivolgere una giusta attenzione a tutti quei fattori che concorrono ad abbassare lo stato di vigilanza. La dottoressa Maria Fazio, responsabile del Servizio di Farmacia dell’Istituto Clinico Humanitas, spiega come tutti i farmaci possano essere pericolosi se assunti quando ci si mette alla guida. La cautela in questi casi è di rigore, soprattutto per alcune classi di medicinali.

Come ci si deve comportare prima di mettersi in viaggio se si deve assumere un farmaco?
“E’ indispensabile leggere il foglietto illustrativo e valutare con serietà le avvertenze indicate per la somministrazione. Infatti, se il farmaco ha la potenzialità di compromettere lo stato di vigilanza o di indurre sonnolenza, e non si può fare a meno di ricorrere ad esso, bisogna assolutamente astenersi dal guidare. Un’altra regola da osservare per la guida è questa: è da evitare, soprattutto in prossimità della partenza, l’assunzione contemporanea di farmaci e sostanze alcoliche, combinazione che può potenziare l’effetto negativo degli uni e delle altre”.

Quali sono i farmaci più pericolosi per la guida?
“Tra i farmaci che possono provocare difficoltà al guidatore, le benzodiazepine, utilizzate per vincere l’insonnia e contro l’ansia, sono forse quelli di cui più è noto, anche ai non esperti, l’effetto sul sistema nervoso. Tra le varie specialità della classe, ne esistono a diversa emivita, cioè durata d’azione. Le più moderne molecole, prescritte per la difficoltà ad addormentarsi, hanno effetto induttore del sonno e agiscono nelle prime ore dall’assunzione. In questo caso al risveglio non si prova senso di intontimento e la sicurezza alla guida non risulta compromessa. Quando però le benzodiazepine sono usate nel trattamento dell’ansia o per i disturbi del sonno che portano a svegliarsi più volte nel corso della notte o troppo presto al mattino, vengono prescritte molecole ad emivita intermedia, o lunga. In questi casi meglio non guidare, ma se proprio non se ne può fare a meno si devono senz’altro evitare comportamenti che accentuino l’effetto collaterale del farmaco”.

Quali sono altri farmaci che hanno effetto sul sistema nervoso?
“Altra classe di farmaci capaci di provocare sonnolenza, è rappresentata dai barbiturici, usati nel trattamento dell’epilessia, che possono interagire con meccanismi non specifici e indurre sonnolenza. Attualmente esistono molecole di nuova generazione che non inducono torpore, ma la decisione di somministrare una medicina piuttosto che un’altra è sempre del medico, che valuta secondo i casi. Anche i farmaci antidepressivi, hanno potenzialmente la capacità di indurre sonnolenza. I composti di prima generazione sono senza dubbio quelli capaci dei maggiori effetti collaterali, caratteristica comune a tutti i farmaci che hanno efficacia sul sistema nervoso e non sono dotati di particolare specificità”.

Anche gli antistaminici possono provocare sonnolenza?
“Gli antistaminici, usati contro le allergie, possiedono questo sgradevole quando non pericoloso, effetto collaterale, e meritano particolare attenzione. Infatti vengono prescritti per la cura delle allergie gran parte delle quali si manifestano in primavera e in estate. Sono queste le stagioni in cui si intraprendono più spesso viaggi in macchina, anche di lunga durata. Gli antistaminici di seconda generazione, oggi disponibili, in linea di massima non provocano sonnolenza. Anche in questo caso è bene ricordare che la decisione di passare da una molecola all’altra è di esclusiva competenza medica”.

E i farmaci utilizzati per sintomi comuni come il mal di testa o la tosse?
“Bisogna prestare attenzione anche ad alcuni farmaci utilizzati per l’emicrania. Occasionalmente possono provocare sonnolenza, ma la reazione è soggettiva e, a volte, è sufficiente cambiare medicina per eliminare il fastidioso inconveniente. Altrimenti è bene non assumerli prima di viaggiare. Infine, bisogna menzionare i farmaci sedativi della tosse. Il problema della sonnolenza legata a questi medicinali è tipicamente invernale dato che essi vengono prescritti per le malattie da raffreddamento. Esse agiscono inibendo lo stimolo della tosse al livello del sistema nervoso”.

A cura di Giorgia Diana

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