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Benessere

Amarsi a tutte le età

09/04/2002

I tabù su questo argomento sembrerebbero ormai vinti. Per circa il 90 per cento degli Italiani è infatti normale che gli anziani desiderino fare l’amore e abbiano una vita sessuale attiva. Questi i risultati di una ricerca recentemente presentata a Londra, che ha coinvolto 26.000 persone dai 40 agli 80 anni, appartenenti a 29 Paesi distribuiti in tutto il mondo, da cui risulta che il sesso dopo gli anta coinvolge eccome.

Un po’ di dati
Sono stati presentati i dati relativi ai quarantenni e ai cinquantenni, uomini e donne, prevedibilmente attivi dal punto di vista sessuale in più del 90 per cento dei casi, con una media di 5-8 rapporti al mese che riguarda circa il 35 per cento degli intervistati.
Le statistiche di maggiore interesse riguardano le persone più in là con gli anni. I dati lasciano piacevolmente sorpresi, almeno per quanto riguarda gli uomini. In Italia gli ultrasettantenni che continuano ad avere una vita sessuale attiva, sono infatti il 65 per cento del totale, mentre le donne sono solo il 28 per cento. E gli arzilli signori che hanno rapporti più o meno una volta la settimana sono il 32 per cento. La maggior parte delle donne a questa età, invece, ha rapporti meno di una volta al mese. Il perché di questa disparità? Da una parte i dati oggettivi: le donne anziane rimangono spesso sole dopo la morte del marito, mentre gli uomini non disdegnano partner più giovani. Dall’altra i problemi di salute sessuale, nella maggior parte dei casi di origine organica, che possono colpire soprattutto chi ha superato i 50-60 anni.

Rischio impotenza
Negli uomini sicuramente la disfunzione erettile che colpisce più spesso col passare degli anni rappresenta il problema maggiore. “Oggi è concretamente possibile combattere questo disturbo – afferma Aurelio Sessa responsabile nazionale dell’Area Andrologica per la Società Italiana di Medicina Generale. Il Viagra e l’Apomorfina, le cosiddette pillole antimpotenza, possono infatti risolvere questa malattia nel 70-80 per cento dei casi, a patto che siano utilizzate nel modo giusto e sotto controllo medico”. Un motivo in più per affrettarsi a parlare del problema con il proprio medico prima possibile, anche perché individuare l’impotenza può significare mettere in luce altri disturbi. “In 8 casi su 10” – sottolinea il dottor Sessa – la disfunzione erettile ha origine organica e spesso è strettamente legata ai processi di aterosclerosi che a lungo andare possono favorire l’insorgenza di patologie cardiovascolari e che quindi devono essere curati tempestivamente”.

Importante è rivolgersi al medico
Nelle donne in menopausa, invece, i disturbi sessuali possono essere diversi e spesso coesistere. “La carenza di ormoni sessuali tipica di questo periodo – spiegano i ginecologi di Humanitas – può portare a una diminuzione del desiderio e a una scarsa lubrificazione vaginale che si traduce nel dolore alla penetrazione, con un ulteriore calo della libido, ed eventualmente nella difficoltà a raggiungere l’orgasmo”. Il tutto, ovviamente, rende il sesso poco piacevole e l’interesse delle donne per una sessualità attiva diminuisce. Ma al contrario di quanto spesso asseriscono i luoghi comuni, non bisogna per forza rinunciare al piacere dopo la menopausa. “Se ci sono problemi, infatti, basta rivolgersi al ginecologo di fiducia o al medico di famiglia per trovare soluzioni che spesso sono molto semplici. Per risolvere i problemi legati alla carenza ormonale, ad esempio, si possono seguire cure a base di ormoni o utilizzare creme e prodotti da applicare localmente per favorire la lubrificazione”. Inoltre parlando con il medico si possono evidenziare problematiche psicologiche, come dissidi della coppia o timori in ambito sessuale, che possono aggravare i disturbi organici e essere risolti con l’aiuto del medico di famiglia, del ginecologo o dello psicologo.

A cura di Silvia Rosselli

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