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Benessere

Come vivere serenamente in menopausa

19/11/2002

Tutte le donne, ad un certo punto della vita, si trovano a dover fare i conti con la menopausa. Un periodo, quello che segue l’ultima mestruazione, che non è e non deve essere vissuto come uno stato di malattia, ma semplicemente come un evento del tutto fisiologico. L’ovaio infatti nasce con un certo numero di follicoli. Questi ogni mese maturano, determinando modificazioni ormonali che provocano le mestruazioni e col tempo si esauriscono. La parola agli specialisti in Ginecologia di Humanitas.

Quali sono i disturbi più frequenti?
“Oggi, considerato l’allungarsi dell’età media delle donne, la menopausa è un periodo molto più lungo rispetto al passato, che caratterizza circa un terzo della vita. Ciò può comportare delle condizioni nuove, con relative patologie: acute, presenti soprattutto nei primi due anni, e a lungo termine. Le patologie acute più frequenti sono disturbi vasomotori, come vampate di calore e sudorazioni notturne, e disturbi psicologici, ad esempio stati depressivi. Fra le patologie a lungo termine, invece, le più comuni sono i disturbi associati all’atrofia del tratto urogenitale inferiore (secchezza vaginale, difficoltà ai rapporti, cistiti ricorrenti) ed alla perdita di collagene del tessuto connettivo (secchezza cutanea, rughe), all’aumento del rischio cardiovascolare e all’osteoporosi (riduzione della densità ossea che compromette l’apparato scheletrico e causa fratture con minimi traumi)”.

Quali sono le cause?
“La maggior parte di queste alterazioni sono dovute alla carenza di estrogeni tipica della menopausa. Alla quale si può far fronte con la terapia ormonale sostitutiva, che è in grado di migliorare la calcificazione ossea, eliminare l’atrofia e la secchezza a livello vaginale, vincere l’insonnia e la depressione. E che però non è priva di controindicazioni: aumenta il rischio di insorgenza di tumori e di trombo-embolie”.

Quali sono i rischi della terapia ormonale?
“La polemica insorta ultimamente a riguardo in realtà è vecchia di anni e va considerata nella giusta ottica: la terapia ormonale sostitutiva comporta benefici e rischi proprio come qualsiasi altra terapia. E’ compito del medico valutarli attentamente in rapporto ad ogni singola paziente.
Questa terapia prevede la somministrazione di estrogeni che di per sé, è dimostrato, determinano l’insorgenza ex novo del tumore della mucosa interna dell’utero (endometrio), e la crescita più rapida del carcinoma mammario (gli estrogeni infatti provocano un aumento della sintesi proteica, che favorisce la moltiplicazione delle cellule). Per bilanciare il rischio di insorgenza di tumore dell’endometrio, per 10 giorni al mese viene associato agli estrogeni il progesterone: questo, però, se somministrato per oltre 5-6 anni, fa aumentare di molto (quasi tre volte) il rischio di insorgenza di carcinoma mammario. Ecco perché, prima di prescrivere la terapia ormonale sostitutiva, è necessario effettuare una serie di accertamenti clinici sulla paziente, ed è importante monitorare attentamente le donne sottoposte a questa terapia”.

Terapia ormonale sostitutiva: criteri di esclusione assoluti
• Epatopatie in atto
• Episodi trombotici, tromboembolici o trombolflebitici in atto o pregressi
• Carcinoma dell’endometrio
• Carcinoma endometrioide dell’ovaio
• Carcinoma della mammella
• Storia familiare (due o più parenti di primo grado) di episodi di carcinoma mammario
• Fumo, più di 10 sigarette al giorno

A cura di Monica Florianello

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