Ernia iatale ed esercizio fisico: qualche raccomandazione

L’ernia iatale è una condizione piuttosto frequente che consiste nello spostamento di una porzione dello stomaco al di sopra della giunzione esofago-gastrica.

Insieme agli specialisti dell’Unità Operativa di Gastroenterologia di Humanitas, vediamo in cosa consiste l’ernia iatale e quali attività sportive è meglio evitare.

 

Cos’è l’ernia iatale?

Ernia significa spostamento di una parte di un organo oltre il suo limite anatomico, per cui, quando una porzione di stomaco va al di sopra dello “hiatus” esofageo del diaframma, si parla di ernia iatale.

È una condizione comune che viene diagnosticata solitamente con la gastroscopia. Spesso, ma non sempre, si accompagna al reflusso gastroesofageo, per cui avere l’ernia non significa necessariamente soffrire di reflusso.

 

Ne esistono di 3 tipi, di cui la più frequente e conosciuta, è quella “da scivolamento”. In questo caso lo stomaco risale nel torace, attraverso la giunzione esofago-gastrica, e tipicamente la osserviamo nelle persone obese. Il secondo tipo, ernia paraesofagea o da rotolamento, si riscontra più raramente ed è determinata dalla rotazione della parte superiore dello stomaco a livello del torace. Questo tipo di ernia, a differenza di quella da scivolamento, si può “strozzare” e causare ischemia ovvero mancanza di flusso sanguigno.

Il terzo tipo si chiama “misto” e comprende un’ernia iatale che presenta le caratteristiche dei due tipi sopraelencati.

 

Si può fare attività sportiva con ernia iatale?

Certo, anzi è consigliabile fare attività motoria soprattutto per le persone che devono perdere peso. L’unico limite è dettato dalle dimensioni dell’ernia e dal tipo di esercizi.

 

Ernia iatale: gli sport da evitare

Non ci sono dei veri e propri divieti ma sicuramente gli sport in cui ci sia un aumento della pressione intra-addominale come sollevamento pesi e gli addominali tipo “crunch” possono peggiorare il reflusso e scatenare quindi episodi di tachicardia o extrasistoli.

 

 

 

Redazione Humanitas Salute: