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Endoscopista digestivo

01/01/1970

Endoscopista digestivo

 

L’endoscopia digestiva è una moderna branca della gastroenterologia che permette la diagnosi e il trattamento delle principali malattie a carico dell’apparato digerente utilizzando strumenti endoscopici (dal greco èndon, “dentro, interno” e skopê, “osservazione”) di avanguardia. L’endoscopia rappresenta anche lo strumento principale per la diagnosi precoce di neoplasie digestive.

Di cosa si occupa l’endoscopista digestivo?

L’endoscopista digestivo, in genere, è un gastroenterologo specializzato nell’utilizzo degli strumenti endoscopici adatti a diagnosticare e trattare le più comuni malattie che colpiscono gli organi dell’apparato digerente (esofago, stomaco, duodeno, colon e retto).

Quali sono le patologie generalmente trattate dall’endoscopista digestivo?

  • diverticoliti
  • malattia da reflusso gastroesofageo
  • neoplasie (gastriche, dell’esofago, dell’intestino, del colon-retto)
  • poliposi
  • ulcere

Quali sono le procedure maggiormente utilizzate dall’endoscopista digestivo?

Le procedure più comuni per l’endoscopista digestivo sono:

esami endoscopici che permettono la valutazione interna (endoscopia diagnostica) degli organi esaminati per poterne studiare anatomia, funzionalità e possibili malattie. Grazie agli esami endoscopici è possibile eseguire piccoli prelievi di tessuto da sottoporre ad analisi istologica e piccoli interventi in anestesia locale come, per esempio, l’asportazione di polipi (endoscopia operativa). Tra i principali esami endoscopici troviamo:

  • anorettoscopia: esame endoscopico che consente di vedere dall’interno l’ano e il retto – solitamente in questo esame la sonda endoscopica giunge a 15 cm dal margine anale;
  • anorettosigmoidoscopia: esame endoscopico che permette di vedere dall’interno l’ano, il retto e una parte del sigma (di solito non si giunge oltre i 25 cm dal margine anale);
  • colangio pancreatografia retrograda endoscopica: è una tecnica mista endoscopica e radiologica che consente di studiare le vie biliari e pancreatiche, ottenendo anche informazioni su fegato e pancreas;
  • colonscopia: esplorazione endoscopica del colon;
  • enteroscopia: l’enteroscopia è una procedura che consente di esaminare dall’interno il piccolo intestino;
  • esami radiologici (Rx del tubo digerente, clisma opaco, Tac, Rmn);
  • gastroscopia o esofago-gastro-duodenoscopia: consiste in un’esplorazione endoscopica del tratto gastroenterico superiore.

Quando consultare un endoscopista digestivo?

Di norma, si consiglia di rivolgersi a un endoscopista digestivo ogni volta che lo prescrive il proprio medico di medicina generale e nel caso in cui sia necessario monitorare il decorso post-operatorio. Può essere utile rivolgersi a un endoscopista digestivo nel caso in cui sopraggiunga una sintomatologia a carico di uno o più organi dell’apparato digerente (dolore gastrico o epigastrico, bruciore di stomaco, fitte all’intestino, stitichezza prolungata o dissenteria) che non regredisce spontaneamente entro un paio di giorni e nel caso in cui i test di laboratorio abbiano rilevato delle anomalie tali da far sospettare la presenza di patologie a livello gastro-intestinale.

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