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Edoardo Rosati: le grandi attese della salute di Oggi

26/09/2003

Prima la passione per la scrittura, poi la laurea in medicina. Nasce giornalista Edoardo Rosati, classe 1959. Il suo percorso di studi si orienta subito verso la divulgazione scientifica. Nell”87 viene assunto al Corriere Medico, nell”89 fa parte del gruppo di lavoro che ha dato vita al Corriere Salute. E’ autore di libri come “Kuru, il morbo del nuovo millennio”, ricostruzione scientifica della vicenda mucca pazza, e “La Zona facile”, sul sistema alimentare ideato dal biochimico americano Barry Sears. Dopo l’esperienza al Corriere Salute, passa a Salve. Da pochi mesi la sua firma arricchisce le pagine di Oggi.

Quali sono i temi della salute che a Oggi interessano di più?
Tutta la salute è al centro degli interessi del nostro giornale. La gente ha voglia di sapere, quando c’è in ballo il proprio benessere. Sempre più in primo piano è poi il capitolo delle biotecnologie. Un campo tanto in fieri che in qualche caso ci costringe a rivedere le posizioni nei precedenti articoli. Inoltre si tratta di un argomento estremamente trasversale, da toccare non solo la medicina, ma anche l’umanesimo, la religione, la politica, l’economia. Insomma, va al cuore della gente.

Che passi in avanti hanno fatto le biotecnologie?
Ci sono sempre delle novità. Basterebbe pensare alle cellule staminali, alle promesse, alle aspettative, ma anche agli interrogativi suscitati dalla ricerca in questo settore. Fino a qualche anno fa ci si meravigliava della possibilità di ottenere farmaci con la tecnica del Dna ricombinante. Oggi parliamo come se niente fosse del progetto di ricostruire organi interi. Si sta lavorando alacremente per generare un tessuto simile a quello del fegato, per esempio, per fabbricare neo-organi capaci di filtrare il sangue come fanno i reni e anche per costruire una vescica completa. E’ probabile che ci vogliano non meno di 10 o 20 anni prima di essere in grado di realizzare un cuore intero nuovo di zecca.

Quali sono le novità che dobbiamo attenderci nel medio termine?
Le diverse branche della biotecnologia dovrebbero iniziare a lavorare insieme, creando fattive sinergie tra loro. Un esempio? L’incontro tra la nanotecnologia sviluppata da Mauro Ferrari e la medicina. Il matematico italiano è uno dei tanti cervelli emigrati in America. Oggi è alla direzione strategica di un programma di nanotecnologia oncologica al National Cancer Institute del governo statunitense. Si lavora per vincere la sofferenza legata al cancro, che un giorno si vuole trasformare in una malattia cronica gestibile.

Che cosa sta realizzando Mauro Ferrari?
Sta riproducendo una fantasia degna di Asimov: dei nanosommergibili, delle particelle da introdurre nell’organismo per il rilascio guidato di farmaci. Ferrari ha anche creato la prima biocapsula nanotecnologca, un microchip contenente cellule animali, che agisce in sostituzione del pancreas endocrino e che si è dimostrato capace di curare il diabete negli animali da laboratorio.

Come cambia il pubblico della divulgazione scientifica?
Internet è diventata ormai una fonte importante per recuperare informazioni medico scientifiche. L’atteggiamento è però duplice: da un lato c’è un’elevata sensibilità del pubblico nei confronti dell’informazione medica. In questo senso il medico di famiglia resta il punto di riferimento, ma giornali, tv e Internet ne stanno minando il primato. Così, si ritagliano i trafiletti del giornale per mostrarli al medico di famiglia e avere spiegazioni. E spesso il medico si trova in difficoltà, perché è impreparato su argomenti troppo specifici. Allo stesso tempo, però, le indagini rilevano come ci sia assoluta libertà sul modo di gestire le informazioni recuperate sui giornali e su Internet. L’atteggiamento è lo stesso di chi acquista un romanzo per leggerlo non subito, ma solo quando ci sarà lo stato d’animo adatto.

L’approccio dei giornali alla salute?
Puntiamo innanzitutto su attualità e cronaca. Sulla politica sanitaria, ma anche su storie concrete, come il caso della famiglia che si ritrova in casa una malattia rara come l’ipercheratosi epidermolitica e si scontra con la cecità della burocrazia. Una storia vera. La malattia è riconosciuta e per questo esiste un’esenzione dal ticket. Peccato che la sostanza per mitigare i disagi causati dall’ipercheratosi, una crema emolliente, non è un vero farmaco. E così occorre spendere una fortuna per rendere morbida e costantemente umida la pelle dell’ammalato. In casi come questo, l’informazione medica, oltre a presentare una fotografia della patologia, diventa una denuncia sociale. Poi ci sono i grandi temi della salute: obesità, colesterolo, ipertensione e, ultimamente, la Sars e il timore del contagio. L’attenzione è così rivolta in primis al vissuto quotidiano. Perché i lettori chiedono prima di tutto soluzioni pratiche ai loro problemi.

A cura di Walter Bruno e Marco Renato Menga

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