Anche se entrambe implicano l’impossibilità di avere figli, sterilità e infertilità non sono sinonimi.
Quando nella coppia ci sono difficoltà al concepimento, è importante che l’uomo e la donna si sottopongano a visite specialistiche e a esami specifici per capire la natura del problema, e quindi cercare con il medico la possibile terapia.
Tra gli esami indicati per il maschio troviamo lo spermiogramma. In cosa consiste e a cosa serve questo esame?
Ne parliamo con la dottoressa Federica Cetti Serbelloni, responsabile di laboratorio di Humanitas San Pio X.
Che cos’è lo spermiogramma
“La sterilità maschile (anche detta azoospermia) si riferisce all’assenza di spermatozoi nel liquido seminale, mentre parliamo di infertilità quando gli spermatozi, il presenti nel liquido seminale hanno una ridotta capacità di fecondare l’ovulo”, spiega la dottoressa Cetti Serbelloni.
Lo spermiogramma è uno degli esami che permette all’andrologo di ricevere le informazioni utili a diagnosticare le cause cliniche di infertilità maschile. Questo avviene sulla base dei parametri forniti dall’analisi del liquido seminale.
“Dalla sola lettura del risultato dello spermiogramma non è possibile dire se c’è fertilità o infertilità maschile, e neppure sterilità. Infatti, può capitare che maschi non fertili abbiano un referto con valori nella norma, mentre maschi con basse concentrazioni di spermatozoi possono essere fertili. Per questo, l’esame senza la consulenza andrologica può essere fuorviante”.
Per questi motivi, lo spermiogramma senza la consulenza andrologica può essere fuorviante.
A che cosa serve lo spermiogramma
Lo spermiogramma permette di determinare la natura delle alterazioni rilevate nel campione di liquido spermatico raccolto dall’uomo attraverso la masturbazione manuale e analizzato in laboratorio.
Il campione viene studiato nelle sue caratteristiche macroscopiche, come il colore e l’aspetto, il pH, il volume (ossia la quantità di seme prodotta), la viscosità espressa nella lunghezza del filamento, e tempo di fluidificazione (il tempo in cui avviene la liquefazione).
In un secondo momento si effettua l’analisi microscopica del campione, che permette lo studio della concentrazione, la motilità – la capacità di movimento – e la morfologia degli spermatozoi, ovvero la forma della testa, della parte intermedia e della coda.
Infine, lo spermiogramma è in grado di rilevare la presenza di sostanze o cellule che potrebbero compromettere la fertilità dell’individuo: febbre, alcuni farmaci, droghe come ad esempio i cannabinoidi, alcol, malattie a trasmissione sessuale anche se guarite, infezioni virali o batteriche, e altri fattori che possono lasciare traccia nel liquido seminale e ne influenzano le caratteristiche per il tempo di maturazione completa di uno spermatozoo, ovvero anche per tre mesi.
“Proprio per questo motivo è importante attenersi scrupolosamente alle norme e alle indicazioni di raccolta del campione fornite al momento della prenotazione dell’esame”, conclude la dottoressa.